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22 Dicembre 2022 - 08:25
Sembra un paradosso ma è una vittoria. Nessuna squadra italiana nel World Tour, sempre meno anche gli azzurri che entrano nel giro dei grandi, eppure è tutto vero: nel 2024 il Tour de France assegnerà la prima maglia gialla in Italia e due giorni dopo arriverà anche a Torino, per ripartire da Pinerolo in direzione Francia. In fondo è solo una storia che si rinnova e basta guardare a quello che è successo dagli anni ’60 in poi. Nel ’61 al Tour la Grenoble-Torino vinta da Guy Ignolin e poi la Torino-Antibes Juan-les-Pins con il successo di Guido Carlesi. Cinque anni dopo la Briançon-Torino, primo Franco Bitossi e il giorno successivo partenza da Ivrea verso Chamonix. Più di recente nel 1992 la fantastica impresa di Claudio Chiappucci nella Saint-Gervais-Sestriere, nel ’96 Le Monêtier-les-Bain-Sestriere, ridotta all’osso per la neve (a luglio) marchiata Bjarne Riis e partenza successiva da Torino verso Gap e nel ’99 Le Grand-Bornand-Sestriere vinta da Lance Armstrong. L’ultima volta nel 2011 con la Gap-Pinerolo e la fuga vincente di Edvald Boasson Hagen. Succederà di nuovo tra meno di due anni ed è merito di una candidatura congiunta.
La volata è stata tirata da Toscana ed Emilia-Romagna, partite in contrapposizione al Piemonte ma poi capaci di unire le forze per uno sforzo comune che ora è realtà. «Perché abbiamo scelto l’Italia per la 26esima partenza fuori dai nostri confini? Il Tour in realtà – spiega il direttore del Tour, Christian Preudhomme - ha speso troppo tempo per venire in Italia, anzi non l’abbiamo mai fatto. Questa è la culla del ciclismo romantico, un Paese di estrema bellezza e dovevamo già farlo 10 anni fa. In fondo l’Emilia ha salvato i Mondiali 2020, dovevamo rimediare. I percorsi sono molti interessanti, anche molto belli esteticamente. Grazie all’Italia sarà un Tour diverso». Diverso anche perché non arriverà sui Campi Elisi parigini, blindati in vista delle Olimpiadi che cominceranno poco dopo, ma si concluderà con una cronometro individuale da Montecarlo a Nizza. Le tappe italiane? Sabato 29 giugno Firenze-Rimini, 205 km per celebrare Gimondi e Nencini e 3700 metri di dislivello, buona per chi ama rischiare. Poi la Cesenatico-Bologna: partenza dal paese di Marco Pantani, arrivo in centro con doppia scalata al Colle di San Luca, la Superga bolognese. E poi la Piacenza-Torino, 225 km con l’omaggio a Fausto Coppi passando per Tortona, poi Nizza Monferrato, Alba, Carmagnola, Moncalieri e arrivo probabilmente in volata sotto la Gran Madre. E martedì 2, via da Pinerolo. Un investimento importante, un ritorno sicuro perché il Tour ha una media pari a 150 milioni di telespettatori nel mondo. Ora tocca agli italiani, intesi come ciclisti, darsi da fare.
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