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PIANETA BIANCONERO

Sarri, la vendetta dell'ex. La Lazio fa festa ma la Juve protesta

I biancocelesti vincono 2-1 ma i bianconeri non sono d'accordo con le decisioni dell'arbitro

Sarri, la vendetta dell'ex. La Lazio fa festa ma la Juve protesta

Rabiot e Milinkovic-Savic: i due centrocampisti sono stati protagonisti con i loro gol

Roma ride, Torino piange ancora. Sì, perché dopo il successo nel tardo pomeriggio dei giallorossi di Mou (vedi pagina accanto) al Grande Torino, anche la Juventus si deve inchinare alla Lazio dell’ex mai amato Maurizio Sarri. Allegri non c’è in panchina perché influenzato e questa volta il suo vice, per tutti il talismano Landucci, è costretto ad alzare bandiera bianca. Sono poche le sorprese in campo per i bianconeri: come già paventato alla vigilia da Allegri: l’unico cambio è in difesa con Alex Sandro che torna titolare. Il match, dopo una lunga fase di stallo a metà campo, si accende nel finale di primo tempo. Al 39° Milinkovic Savic batte a rete dopo un’evidente spinta per liberarsi di Alex Sandro.

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Rabiot trova il gol del pareggio in mischia: per il francese si tratta del decimo gol in campionato

Di Bello va rivedere l’azione al Var ma convalida. La Juve protesta, è arrabbiata, visto che deve subire, dopo quello di martedì scorso contro l’Inter in Coppa Italia, l’ennesima azione viziata dal fallo di un avversario. La rabbia, però, si trasforma tutta in verve agonistica. Quella verve che si trasforma nell’immediato pareggio di Rabiot che di forza si porta il pallone oltre la linea di porta superando Provedel per l’1-1. Per il francese in scadenza di contratto è il 10° gol in campionato, un record per l’ex Psg. Al rientro dall’intervallo la Juve torna arrembante ma è la Lazio che con il passare dei minuti prende campo. Al 53° biancocelesti in vantaggio con Zaccagni - servito dal tacco di Luis Alberto - che sorprende Szczesny con un rasoterra a giro di destro. La Juve prova a rispondere ma Vlahovic, servito male, non trova mai il corridoio giusto e il suo digiuno - ultimo gol il 6 febbraio - si allunga. Nel finale la Juve prova a scompigliare le carte buttando in campo Chiesa, Milik e Paredes. La classe di Di Maria e le folate di Chiesa non bastano. Lo scontro diretto, come lo ha definito Allegri alla vigilia, è appannaggio dei biancocelesti. Sarri si prende la rivincita. E alla fine è lui a fare festa. La Juve deve subito voltare pagina. Giovedì in Europa League c’è lo Sporting Lisbona, un osso duro da battere.

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