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MEMORIE GRANATA

Quando "Bagna Cauda" faceva vincere il Toro

Il saluto dal terrazzino come un rito, la scaramanzia di Radice, l'incontro di Pecci tanti anni dopo

Quando "Bagna Cauda" faceva vincere il Toro

È domenica, il Toro gioca in casa. Partenza per lo stadio dopo mezzogiorno e Graziani che, salendo sul pullman, dice sempre una frase: “Ragazzi, è scattata l’operazione”. A ciascuno tocca il sedile della domenica precedente. Patrizio Sala si addormenta subito. Passando da corso Casale, uno sguardo allo zoo per vedere il leone. Superato l’ospedale delle Molinette e il ponte sulla ferrovia di corso Bramante, si entra in via Giordano Bruno fino al semaforo. Sulla destra, la prima domenica casalinga di campionato ’75 - ’76, una ragazza era uscita di corsa da un terrazzino al sesto piano per salutare il pullman granata. Da quel giorno l’appuntamento si sarebbe rinnovato in tutte le partite casalinghe.

Alla ragazza bisogna dare un nome. La scelta passa dai più abusati ai più sensuali. Alla fine viene soprannominata “Bagna Cauda”, perché si presume che, uscendo di corsa, avesse lasciato nel piatto proprio una bagna cauda. Poi un giorno il pullman passa e la ragazza non c’è. Il semaforo è rosso, ma lei non esce.

Tutta la squadra, Radice compreso, l’aspetta. La cerca. Niente da fare. Scatta il verde e si va. La ragazza stavolta non c’è.
Mentre il pullman imposta la curva, Bagna Cauda prorompe in terrazza per il solito saluto. Il pullman risponde con un boato che si avverte in tutto il quartiere. A proposito, quella domenica il Torino vince.

Un giorno, Eraldo Pecci viene invitato da un club di tifosi e in mezzo alla folla gli si avvicina una ragazza: “Io sono Bagna Cauda”.

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