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SPORT DA COMBATTIMENTO

Italia batte Thailandia 2-1: "Esperienza fantastica, qui si sente la passione per questo sport"

Quattro torinesi stanno trascorrendo il mese di agosto nella madre patria del muay thai 

Italia batte Thailandia 2-1: "Esperienza fantastica, qui si sente la passione per questo sport"

Italia batte Thailandia 2-1. È stato molto positivo il bilancio degli allievi torinesi del maestro Dino Di Sipio al Max Muay Thai di Pattaya. Andrea Tonello e Giada Lo Verso hanno vinto ai punti e Lorenzo Palazzo è stato sconfitto per ferita. Il 24enne Andrea, che lavora nel settore della sicurezza, era già stato a Bangkok lo scorso anno e aveva perso. «Oggi - racconta - è andata meglio e sono soddisfatto, soprattutto nei primi due round mi sentivo esplosivo e avevo tutto sotto controllo. Ho portato parecchi colpi efficaci con le braccia. Il tifo è stato sportivo e alla fine gli spettatori, un po’ di tutte le età, sia gente del posto sia turisti, ci hanno chiesto di fare delle foto. È stato molto gratificante». La 21enne Giada è studentessa universitaria di Fisica al secondo anno, con l’obiettivo di diventare ricercatrice, e, per guadagnare qualche soldino, dà lezioni di ripetizione. Per lei è la prima volta in Thailandia. «Sono arrivata qui - spiega - senza alcuna aspettativa e l’esperienza si sta rivelando fantastica. Qui il nostro sport è vissuto con una passione speciale. Sul ring ho più che altro puntato sulla boxe, anche se di solito mi piace di più calciare. Pratico la muay thai da tre anni, dopo aver fatto volley e danza». Il 24enne Lorenzo, che è operatore specializzato nella manutenzione dei rotabili in Trenitalia, sta sognando a occhi aperti. «Sono soltanto al mio terzo match - ricorda - e averlo disputato qui è stato incredibile. Dopo una trentina di secondi l’avversario mi ha incrociato con una gomitata e mi ha causato un taglio al sopracciglio destro, che ha richiesto quattordici punti di sutura. La sfida è proseguita per poco, poi l’arbitro mi ha fermato, perché sanguinavo molto. Ero bello carico, peccato di non aver potuto mettere a frutto la preparazione svolta con il maestro».

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