E' una Vuelta tutta azzurra: gli italiani finiscono davanti a tutti

Per un giorno è grand’Italia alla Vuelta: la volata della diciannovesima tappa premia infatti Alberto Dainese, che quest’anno si era già importato al Giro d’Italia, che negli ultimi metri ha bruciato un sempre più sorprendente Filippo Ganna mentre Davide Cimolai ha chiuso al quarto posto, per una giornata da incorniciare. Ora la Vuelta vivrà la sua tappa decisiva, quella che tutti immaginano come l’incoronazione di Sepp Kuss e come ennesima prova di forza della Jumbo-Visma che così vincerebbe i tre Grandi Giri con altrettanti ciclisti diversi.

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Vingagaard e Roglic, a meno di una crisi per ora insospettabile dell’americano, non lo attaccheranno e gli altri sono troppo dietro per impensierirlo. Terreno per divertirsi però ce ne sarebbe pure nella Manzanares El Real-Guadarrama di 207,8 chilometri. Niente tracciato di alta montagna, ma una giornata assai movimentata e che potrà far male alle gambe dei suoi. La parte decisiva sarà prima con un circuito di 53,4 chilometri da ripetere due volte con le salite di La Escondida, La Paradilla, Alto de Santa María de la Alameda ed Alto de Robledondo. Nel finale, poi, il Puerto de la Cruz Verde e l’Alto San Lorenzo de El Escorial, altri 4,6 km al 6,6%.

In Spagna però a tenere banco è il futuro di tre grandi squadre. Al centro dei discorsi la Ineos-Grenadiers, che non è più lo squadrone che ha dominato per un decennio anche se il budget resta il più alto. Attualmente ha soli 15 atleti in organico per il prossimo anno e quindi continuano le voci di fusione con la QuickStep di Remco Evenepoel o ancora di più con la Movistar, in crisi finanziaria.

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