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DALLE SCUSE AL FUTURO

Toro, le verità di Juric: "Tifosi, vi dico tutto. Resto solo se..."

Conferenza stampa straordinaria per il tecnico granata dopo la bufera scatenata dalle sue dichiarazioni

Il tecnico del Torino, Ivan Juric

Il tecnico del Torino, Ivan Juric

Una conferenza stampa straordinaria per fare chiarezza sulla battuta infelice contro i tifosi e sul suo futuro al Toro. Un Ivan Juric sanguigno e battagliero, così ha detto totalmente fuori dai denti ciò che pensa: «Alla gente chiedo scusa, se non andiamo in Europa me ne vado» la sintesi estrema di una mezz’ora abbondante vissuta nella sala conferenze del Grande Torino. Proprio là dove domenica pomeriggio si è rischiato lo strappo totale con la piazza, 24 ore dopo può essere stato stretto il patto per il rush finale. «Dobbiamo stare tutti uniti, siamo vicini a un obiettivo importante e potremmo ottenere qualcosa di fantastico» l’appello di Juric alla gente del Toro. Così il tecnico ha provato a ricucire dopo l’uscita post-Salernitana, con la frase «Non tutti i tifosi hanno lo spirito Toro» che aveva alzato il polverone. E non è stata nemmeno la prima volta, perché dopo il Sassuolo a inizio novembre incontrò alcuni esponenti della Maratona al Fila per spiegare il suo dito medio alla curva.

Juric, questa conferenza è per scusarsi con i tifosi?
«Volevo questo incontro per parlarci e per capirci meglio. Domenica ho solo ripreso le parole di Willy Peyote non per creare delusione, ma per unirci ancora di più adesso che siamo vicini ad obiettivo fantastico. In questi due anni e mezzo abbiamo fatto cose incredibili considerando da dove siamo partiti, sono venuto al Toro per la storia e per il suo spirito ma adesso non ci dormo la notte perché voglio di più. Forse dovrei essere più paraculo, anche mia moglie si è arrabbiata con me dicendomi di essere troppo schietto, ma a me ha dato fastidio che la sfida contro il Genoa non sia stata recepita come pensavo io, lì abbiamo mostrato lo spirito Toro. Non volevo offendere nessuno, non mi è mai passato per la testa, e per questo chiedo umilmente scusa».

Quali sono le prospettive del suo contratto?
«Se non vado in Europa, cosa sto a fare qui? Che senso avrebbe firmare un altro contratto, prendere i soldi e magari essere poi esonerato? Io non voglio più vivacchiare, un altro decimo posto non avrebbe senso e a quel punto servirebbe un altro allenatore con un altro spirito per andare in Europa. E me lo dico sempre, anche se non l’ho mai detto alla squadra: lo scopriranno adesso, ma loro sanno qual è l’obiettivo. Sappiamo che è dura competere con chi sta davanti, ma vogliamo provarci».

E qual è il rapporto con la società?
«Va tutto benissimo con i dirigenti e con il presidente, abbiamo fatto un lavoro incredibile al Fila e con il settore giovanile: abbiamo tutti i dati dei singoli ragazzi, io arrivo al campo alle 8 e me ne vado alle 20 e con me tutti lavorano come cani. Adesso il Toro ha una base, con o senza Ivan».

Come mai non ha più aperto le porte del Fila?
«Non ci abbiamo pensato e nessuno me lo ha mai chiesto. Quando lavoriamo sulla tattica credo sia normale non far vedere che cosa prepariamo, ma per il resto non ci sono problemi: sono convinto che l’unione totale con i tifosi porterebbe punti».

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