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MOTOMONDIALE

Il sabato nero di Pecco Bagnaia: il campione del mondo è una furia, ecco perché

Ancora una Sprint da dimenticare per il pilota di Chivasso, costretto a ritirarsi

Il sabato nero di Pecco Bagnaia: il campione del mondo è una furia, ecco perché

Pecco Bagnaia non è stato a guardare: è subito intervenuto quando la sua Ducati Desmosedici ha preso fuoco

In fondo i segnali della resa erano stati chiari fin dal mattino, ma Pecco Bagnaia non ha saputo coglierli. La caduta nel finale delle Qualifiche, giusto qualche secondo dopo Jorge Martin che poi gli è scattato davanti, la sua moto migliore che stava cominciando a prendere fuoco, i commissari che hanno dormito e la corsa in proprio per prendere un estintore.

SABATO NERO
Il sabato del campione è finito lì, anche se c’era ancora molto da fare. Invece è arrivato uno zero, il terzo in stagione nelle nove gare andate in scena. Ma questo è pesantissimo, perché invece Martin come al solito ha fatto il vuoto nella Sprint (per lui la dodicesima vittoria da quando è stata introdotta). Costretto a partire con la seconda moto, perché la prima era impossibile da rimettere insieme con meno di 4 ore di tempo, Bagnaia è scattato malissimo, si è ritrovato inghiottito dal gruppo e dopo un lungo in frenata ha preso la via dei box perché niente stava funzionando. Così il maiorchino ha scavato di nuovo un solco nella classifica mondiale, allungando a +28 su Bastianini, +29 su Bagnaia, +31 su Acosta, +34 su Viñales e +35 su Marc Marquez.

LE PAROLE DI JORGE MARTIN
«Sapevo sin dalla partenza che il mio obiettivo era quello di andare in fuga, era difficile perché Marco Bezzecchi era molto veloce, poi ho visto che è caduto, quindi ho deciso di gestire e di mantenere un ritmo costante. Domani la gara sarà lunga e il meteo sarà imprevedibile, ma intanto godiamoci questa vittoria perché vincere su questo circuito è davvero speciale». Domenica 12 maggio un’altra pagina e un’altra gara, al via dalle 14. Ma Pecco non può pensare di farcela senza le Sprint, anche se non gli piacciono.

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