l'editoriale
Cerca
Il caso
17 Luglio 2024 - 10:43
Ritorna in tribunale la partita della Juventus sul caso plusvalenze: la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici della società bianconera. Fra i nove imputati, che ora attendono la fissazione dell’udienza preliminare, ci sono l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved e l’ex a.d. Maurizio Arrivabene. Poi la Juventus come società, Marco Giovanni Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio e Fabio Paratici, l’ex direttore sportivo per cui sono stati stralciati i due capi di imputazione relativi all’ultimo dei bilanci presi in esame: era già passato al Tottenham. Stralciata, invece, la posizione di Francesco Roncaglio (ex componente del Cda), Enrico Vellano (ex componente del Cda), Stefania Boschetti (revisore legale Ernst & Young) e Roberto Grossi (revisore legale Ernst & Young): probabilmente i pubblici ministeri Giorgio Orano e Lorenzo Del Giudice ne chiederanno l’archiviazione.
A dare il calcio di inizio all’inchiesta Prisma, a fine 2021, erano stati la guardia di finanza e la procura di Torino, che aveva lavorato sulle presunte plusvalenze “artificiali” realizzate sulla compravendita di calciatori e sulla cosiddetta “manovra stipendi”. Cioè la sospensione dei compensi ai tesserati dettato nel 2020 dall’emergenza Covid, firmato con una scrittura privata da Agnelli e dall’allora capitano Giorgio Chiellini. Tutto finto, secondo gli inquirenti.
Negli atti venivano contestati diversi scambi di calciatori che avrebbero generato plusvalenze fittizie: Caldara-Bonucci con il Milan (21 milioni), Pjanic-Arthur con il Barcellona (43 milioni), Cancelo-Da Silva con il Manchester City (5 milioni) e poi con il Pescara, il Pisa, la Sampdoria, il Genoa, il Parma, il Sion, il Lugano, i marsigliesi dell’Olympique, la Pro Vercelli. Non mancava persino un trafiletto sulla mancata indicazione di una passività di 3,5 milioni maturata verso l'Atalanta.
Inizialmente si pensava che il reato più grave (la manipolazione del mercato) fosse stato commesso nel capoluogo piemontese perché è dalla sede del club che il 20 settembre 2019 partì, per via telematica, il primo comunicato alla Borsa. La Corte di Cassazione, invece, ha stabilito che la competenza è tutta romana in quanto è nella Capitale che il data server del sistema operativo rese il messaggio “accessibile al pubblico”, attraverso una connessione da remoto al sito www.1info.it.
Dopo la sentenza della Suprema Corte, la Guardia di finanza di Roma era salita in trasferta a Torino per confrontarsi con i colleghi piemontesi. Quindi, nel dicembre 2023, i pm Orano e Del Giudice, avevano poi assemblato un capo d’accusa che ricalcava quello di Torino, ritoccando qualche cifra e aggiungendo alcune contestazioni.
Ma non ci sono solo cattive notizie per la Juentus, che ha incassato anche una vittoria giudiziaria: nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari di Roma, Elvira Tamburelli, ha disposto la restituzione agli indagati della “copia forense integrale” dei dispositivi sequestrati agli indagati nel processo sulle plusvalenze, conservando la “copia forense parziale” che contiene “i soli dati informatici pertinenti ai reati per cui si procede”. Accogliendo il ricorso delle difese - che avevano presentato più volte l’istanza, sempre respinta -, il giudice sottolinea come sia passato tempo sufficiente per l’estrazione della copia forense dei dispositivi informatici sequestrati. D’altronde le consulenze tecniche sono state completate a maggio 2022. Con una nota, intanto, la Juventus comunica che «la richiesta di rinvio a giudizio non modifica le ipotesi accusatorie già prospettate, a parte per lo stralcio di alcune posizioni soggettive. Ora la richiesta dovrà essere sottoposta al giudice per l’udienza preliminare, che valuterà se ci siano gli estremi per il rinvio a giudizio».
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..