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LA MALEDIZIONE DEL TORO

Dal Frosinone all'Empoli: Cairo, che figuracce in coppa! E quella maglietta speciale...

La competizione si conferma un tabù per i granata e per il presidente: il miglior risultato della sua gestione è...

La coppa Italia resta un tabù per il Toro di Urbano Cairo

La coppa Italia resta un tabù per il Toro di Urbano Cairo

Ci sono state figuracce ben peggiori di quella di martedì, ma l’ennesima eliminazione dalla coppa Italia lascia un’amarezza enorme dalle parti del Filadelfia. Così, anche in un’annata che è iniziata con il piede sull’acceleratore, la competizione si conferma un vero e proprio tabù per il presidente Urbano Cairo: in 19 anni di gestione, l’editore alessandrino si è fermato al massimo ai quarti di finale (solo per due volte, ndr).

E pensare che negli anni ci sono state cavalcate inattese e sorprendenti, pensiamo all’Alessandria nell’edizione 2015/2016 che arrivò ad un passo finalissima eliminato dal Milan di Mihajlovic. Non è servita nemmeno una maglia speciale per sfatare la maledizione granata, con la Joma che aveva disegnato la seconda casacca richiamando l’ultimo trofeo entrato nella bacheca del club, proprio la coppa Italia del ’93.

Per la terza volta negli ultimi quattro anni, invece, il Toro saluta la competizione già ai sedicesimi di finale con una marea di rimpianti. «È un peccato, ci tenevamo tanto alla coppa - ha ammesso Paolo Vanoli dopo l’eliminazione per mano dell’Empoli - anche se sono cose che lungo un percorso possono capitare: abbiamo preso una buca e ci siamo finiti dentro, ora dobbiamo rialzarci e riprendere la nostra strada». Sui social è silenzio totale, anche nello spogliatoio c’è tanta amarezza per un’occasione mancata. Ci sarebbe stata la Fiorentina agli ottavi, poi eventualmente il derby contro la Juve, e poi chissà come sarebbe potuto essere il percorso in quella che, per tutti gli addetti ai lavori, è la scorciatoia per l’Europa. Ancora una volta, invece, il Toro di Cairo saluta la coppa in anticipo, fin troppo.

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