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CALCIO IN LUTTO

Addio all'ex calciatore del Toro Aldo Agroppi, aveva 80 anni

Ricoverato nella sua Piombino da qualche giorno, si è spento giovedì 2 gennaio

Addio all'ex calciatore del Toro Aldo Agroppi, aveva 80 anni

Aldo Agroppi (foto LaPresse) durante la festa per il centenario granata

Si è ammainata un’altra bandiera granata, Aldo Agroppi è scomparso a 80 anni. L’ex calciatore è morto a Piombino dopo qualche giorno di ricovero in ospedale per una polmonite bilaterale, la notizia ha subito fatto il giro dei social. E anche il Toro, il suo grande amore, si è stretto in un forte abbraccio: «Uno dei calciatori più iconici e maggiormente amati dai tifosi nella storia del Toro» viene definito dal club granata nella nota diramata.

Durante la sua esperienza in prima squadra sotto la Mole dal 1967 al 1975 vinse due Coppe Italia e collezionò più di 200 presenze, oltre ad aver condiviso lo spogliatoio con Gigi Meroni. «Mai banale, dentro e fuori dal campo, debuttò in granata il 15 ottobre 1967 in Torino-Sampdoria. Come disse lui: “Il giorno più bello e allo stesso tempo più brutto della mia vita perché proprio dopo l’esordio in Serie A quella sera ci fu il tragico incidente con la morte di Gigi Meroni”» il ricordo del club di Urbano Cairo.

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Agroppi non riuscì a vincere lo scudetto del 1976 perché andò via proprio durante l’estate precedente all’impresa firmata da Gigi Radice, «Tra i suoi rimpianti quello di aver lasciato il Toro proprio l’anno prima dello scudetto del 1976» viene raccontato nella nota della società di via Viotti. Anche nel 1972 sfiorò soltanto il tricolore, con il suo celebre gol-fantasma a Genova contro la Sampdoria prima convalidato e poi annullato dall’arbitro Barbaresco. «Ottimo vino, Barbaresco, ma pessimo arbitro …» la battuta amara che era solito fare. E poi c’è la rete nel derby contro la Juve, una delle maggiori gioie di Agroppi: «Non so cosa significhi trascorrere una notte con Monica Bellucci ma per me non può essere meglio che battere i bianconeri» il singolare paragone del “toscanaccio”. A Torino “Cotenna” (perché era smilzo ma con la pelle dura), aveva tantissimi amici, tra questi Claudio Sala: «Amava il Toro, quando mi sono sposato andai ad abitare sotto di lui in Lungo Dora Voghera e le nostre famiglie divennero una sola» il ricordo del Poeta del Gol.

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