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CALCIO BALILLA PARALIMPICO

Dal Brasile all'Italia, la torinese Angelita Alves campionessa mondiale a Saragozza: «Ho realizzato il mio sogno»

La portacolori della Polha Varese ha coltivato una passione nata quando era bambina

Dal Brasile all'Italia, la torinese Angelita Alves campionessa mondiale a Saragozza: «Ho realizzato il mio sogno»

Angelita Alves sul primo gradino del podio iridato a Saragozza

Vive a Torino da quasi 30 anni, ma il cognome tradisce le origini brasiliane. La 54enne Angelita Aparecida Alves è stata la punta di diamante della Nazionale paralimpica di calcio balilla ai Campionati Mondiali di Saragozza, in Spagna, e ha conquistato il titolo individuale in carrozzina, battendo in semifinale l’altra azzurra Maria Luigia Civili, che ha ottenuto la medaglia di bronzo, e in finale la svizzera Laura Sabbioni. La sua passione è nata in patria, quando era bambina.

«In Brasile - spiega - si utilizza la modalità “gancio”, mentre in Italia si adotta quella “a volo”. Una volta ricordo che ero piccola, avevo 12 anni, e ho saltato la scuola per andare a giocare. Mio papà mi ha sorpreso e mi ha preso letteralmente per i capelli, per portarmi via. Mi ha detto che era uno sport per uomini e che non avrei dovuto mai più tornarci. Era molto arrabbiato. Ho giocato nuovamente da adulta quando vivevo a Rio de Janeiro. Sono andata via di casa a 15 anni, avevo una bancarella al mercato e con i soldi che guadagnavo aiutato la mia famiglia. A quell’età ho anche avuto il primo figlio Thiago e con lui sono venuta in Italia, che era un po’ il mio sogno. Mi sono sposata con un italiano e a Torino sono nate Raffaella e Gabriella, che hanno 27 e 25 anni. Ho lavorato per 20 anni gestendo un negozio di abbigliamento, poi la vita personale si è complicata e ora sono disoccupata».

Angelita può camminare, ma i suoi problemi alla schiena la costringono spesso a far ricorso alla carrozzina, che l’accompagna anche nella sua attività sportiva: «Mi sono infortunata la prima volta in Brasile, partecipando a una sorta di “Giochi senza Frontiere”, ma ho trascurato la situazione, anche perché non avevo i soldi per curarmi. La condizione è peggiorata dopo la seconda gravidanza e nel 2015 ho subìto il primo intervento, per la stabilizzazione della colonna vertebrale».

Alves prima della finale contro la svizzera Laura Sabbioni

Grazie al calcio balilla ha ritrovato l’amore. «Un giorno di sette anni fa in un bar in via Di Nanni - spiega - nessuno voleva giocare con me, perché non ero capace nella modalità “a volo”, e Sergio, il mio attuale compagno, con molta pazienza si è offerto. Lui si diverte, non è un agonista, e da allora condividiamo questa bellissima passione. Paolo De Florio mi ha poi fatto conoscere il mondo paralimpico».

Alves è tesserata per la Polha Varese della presidente Daniela Colonna-Preti, perché a Torino nessuno, nonostante i suoi tentativi, ha voluto darle una mano, e per allenarsi deve andare a Ivrea, nel bar del capitano della Nazionale Roberto Silvestro. Nel 2024 ha bruciato le tappe. «Alla mia prima gara in carrozzina, la Supercoppa Italiana di Roma - afferma - mi sono classificata seconda e dopo qualche mese alla Coppa Italia di Jesolo ho vinto, ripetendomi ai Campionati Italiani di Messina. Il presidente della nostra Federazione Francesco Bonanno, che è una persona magnifica e sta facendo molto per il nostro sport, mi ha invitato a partecipare ai Mondiali in Spagna e non mi è sembrato vero. Il mio sogno era diventato realtà. A Saragozza ho giocato molto bene e sono arrivata fino in fondo. È stata un’emozione pazzesca».

A fine luglio Angelita andrà a Milazzo: «Dal 29 al 31 svolgeremo tre giorni di raduno con la Nazionale e dall’1 al 3 agosto disputeremo la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia. Sarà un’altra esperienza fantastica».

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