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Tennis
25 Luglio 2025 - 14:50
Jack Draper non è più una promessa: è una certezza. A 23 anni, lo stiloso tennista britannico ha fatto il suo ingresso nella top five del ranking ATP, accendendo le speranze Oltremanica proprio mentre Andy Murray lasciava il palcoscenico. Il tempismo? Perfetto. Il messaggio? Chiaro: Draper è pronto a prendersi tutto.
Dietro al successo c’è una storia fatta di infortuni, dubbi, accuse di privilegio e tanta forza di volontà. Cresciuto in una famiglia di tennisti – madre allenatrice, padre ex dirigente della federazione, fratello agente – Jack è stato spesso visto come un “figlio di papà”. Ma la pressione lo ha temprato: ha imparato a domare un carattere ribelle, tra racchette rotte e ansia da prestazione, e ha trasformato ogni inciampo in carburante.
Nel 2024 il salto: due finali, il primo titolo ATP a Stoccarda, poi la vittoria a Vienna, e infine il trionfo a Indian Wells, suo primo Masters 1000, ribattezzato il “quinto Slam”. Con quel successo ha superato Cameron Norrie e si è preso lo scettro di numero uno britannico.
Fuori dal campo, Draper è l’immagine del British style: volto di Burberry, a suo agio davanti ai riflettori tanto quanto dietro la linea di fondo. Ma è in campo che continua a evolversi: mancino di servizio, destrorso nella vita, ha un gioco completo e in costante affinamento, con un rovescio esplosivo e un topspin penetrante. La sconfitta al secondo turno a Wimbledon 2025, contro Marin Cilic, è stata un passo indietro, ma la classifica parla chiaro: JD è il miglior britannico dai tempi d’oro di Murray.
Con Jannik Sinner il rapporto è profondo: amici dentro e fuori dal campo, hanno condiviso allenamenti, tornei e anche momenti difficili. Draper fu tra i pochi a difendere l’altoatesino durante il caso doping del 2024. «È una brava persona, non merita l’odio ricevuto», disse allora. Hanno giocato in doppio insieme a Montreal, si sono sfidati nella semifinale epica degli Us Open 2024, e ora si inseguono in classifica. «Ci alleniamo meno», ha ammesso Jannik, «perché spero di ritrovarlo nelle fasi finali dei tornei». La rivalità è accesa, ma l’affetto resta.
Il futuro? Passa dagli Us Open 2025, dove Draper punta a migliorare la storica semifinale dell’anno scorso. Il talento c’è, la testa sta maturando. L’ansia – che lo ha perseguitato al punto da vomitare in campo – è il prossimo nemico da battere. Ma JD è determinato. «Ogni giorno metto un piede davanti all’altro», ha detto.
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