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Due italiani conquistano il Fitz Roy: prima salita invernale della storia

Matteo Della Bordella e Marco Majori scrivono una pagina storica dell’alpinismo, affrontando freddo e difficoltà estreme in Patagonia

Due italiani conquistano il Fitz Roy: prima salita invernale della storia

Un’impresa senza precedenti in Patagonia: Matteo Della Bordella, il “Ragno di Lecco”, e Marco Majori, guida alpina di Bormio, hanno completato la prima salita invernale della via Casarotto sul Pilastro Goretta del Fitz Roy, a 3.405 metri di quota. Si tratta di una tappa storica, segnando la prima volta che questa linea, leggendaria nell’alpinismo patagonico, viene percorsa durante la stagione invernale.

La via Casarotto, lunga oltre 1.500 metri, con passaggi fino al VII grado e tratti in artificiale, è una delle più impegnative e raramente ripetute dell’intero massiccio. Aperta nel gennaio 1979 da Renato Casarotto – alpinista vicentino scomparso nel 1986 sul K2 – rappresenta ancora oggi una delle eredità più visionarie della storia dell’alpinismo mondiale. Casarotto firmò la prima solitaria del Pilastro Goretta, un’impresa storica che consolidò la sua fama per prime solitarie e invernali memorabili in Europa e oltre.

“Essere in parete in inverno significa affrontare freddo intenso, giornate brevissime e finestre di bel tempo che tardano ad arrivare. Ci si sente minuscoli di fronte a queste montagne immense”, racconta Della Bordella. “La determinazione ha pagato: siamo riusciti a ripercorrere le orme di Casarotto nello stile che lui amava, con temperature fino a -20 gradi e metà del tempo a disposizione rispetto all’estate. È stata una sfida incredibile”.

Per Majori, l’impresa assume un significato personale e simbolico:

“Da ragazzino avevo in casa una foto di Casarotto scattata da mio padre in Patagonia, in cui lo si vede piccolissimo su quella parete immensa. Questo sogno si è finalmente realizzato. Dopo l’incidente al K2 dello scorso anno, questa salita è stata una vera terapia d’urto, un rilancio totale”.

La spedizione, partita all’inizio di agosto con il supporto del CAI e accompagnata da Tommaso Lamantia, segna così un capitolo storico nell’alpinismo mondiale, confermando come la via Casarotto rimanga un monumento alla tecnica, al coraggio e alla tenacia degli alpinisti che l’hanno percorsa.

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