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PIANETA bianconero

Tudor sfida il Real Madrid e accampa scuse ("Calendario pazzo") ma il "Times" attacca: "Juve falso grande club, ecco a chi assomiglia..."

Alla vigilia della sfida contro i Blancos il tecnico croato si difende: "Non leggo i giornali né quando vinco né quando perdo"

Juve, la mossa a sorpresa di Comolli per accontentare Tudor

Igor Tudor è finito sotto esame la sua Juve non vince più

Obiettivo in casa Juve? Ritrovare la vittoria che manca dal 13 settembre scorso (contro l’Inter in campionato), senza considerare che i bianconeri non hanno ancora vinto Europa. La Juventus avrebbe voluto godersi in maniera diversa la trasferta in casa del Real Madrid. Tanti giocatori non sono mai entrati sul prato del mitico stadio “Bernabeu”, per diversi bianconeri sarà come realizzare un sogno che avevano fin da bambini. Eppure, mai come questa volta Locatelli e compagni scenderanno in campo con il peso delle pressioni, con il 2-0 subito a Como sul groppone. Un'eventuale sconfitta in Spagna complicherebbe ulteriormente i piani qualificazione. Il macigno più grosso di tutti, però, dovrà portarselo dietro Igor Tudor, mai come ora sotto processo per una Juve che invece di migliorare sta facendo passi indietro pericolosi e preoccupanti. Ma il tecnico propone una sua lettura della situazione. «Si parla della grande crisi della Juve, ma nessuno parla del calendario pazzo che è uscito dall'algoritmo o non so da cosa - ha dichiarato il tecnico - e abbiamo avuto filotti contro diverse grandi squadre: in questo club. un punto per tre o quattro partite di fila non va bene e così nasce la frustrazione dei tifosi, ma non dimentichiamoci anche degli episodi avvenuti a Verona che ci hanno penalizzato».

Per tanti addetti ai lavori la sua panchina ha iniziato a traballare: «Non leggo i giornali né quando vinco e nemmeno quando perdo, anche perché non penso a me stesso - ha ribattuto Tudor - ma sono concentrato soltanto sulla squadra e sui singoli, a come migliorare e come trovare le soluzioni giuste». Oltre alla crisi in cui versa la Juve, ci sono le enormi insidie che nasconde la formazione capolista della Liga e a punteggio pieno in Champions: «Affrontiamo grandi campioni, non possiamo venire qua e speculare troppo perché sono in grado di farti gol con niente - ha sottolineato sul Real Madrid - ma mi aspetto una grande reazione: sono convinto che faremo una bella gara, in partite come questa le motivazioni si trovano da sole». Nell'undici di partenza bianconero potrebbe trovare spazio Vlahovic, «L'ho visto bene», ha dichiarato e anche Yildiz, mentre rischia il posto Conceicao per lasciare spazio a un assetto molto simile al 3-5-2 con un centrocampista in più, con Koopmeiners che scalpita per la conferma al fianco di Locatelli e Thuram. Proprio il francese racconta un retroscena dallo spogliatoio: «Ci siamo parlati e abbiamo avuto un incontro, era importante analizzare cosa sta succedendo - ha ammesso il classe 2001 - e in tanti parlano del nostro mister, ma sappiamo di avere un grande allenatore: abbiamo fiducia in lui e vogliamo vincere». «Non puoi giocare con la paura, non dobbiamo avere paura di nulla - ha aggiunto - - e anzi, siamo fiduciosi perché tante persone credono in noi».

Intanto la stampa inglese attacca i bianconeri. "La Juventus come il Manchester United". È questo il parallelo tracciato da The Times, che analizza la crisi bianconera dopo la sconfitta con il Como. Un ko che rappresenta solo l’ultimo segnale di una gestione incerta e di una squadra in difficoltà, con Igor Tudor nuovamente nel mirino. Il quotidiano inglese sottolinea come la Juventus abbia cambiato ben cinque allenatori in altrettanti anni, proprio come il Manchester United. E i risultati sono simili: due soli trofei nazionali – le Coppe Italia del 2021 e del 2024 – e nessun progresso in Champions League dal 2019. Tudor, subentrato a Thiago Motta lo scorso marzo, è partito peggio del suo predecessore e ora affronta due sfide decisive: il Real Madrid in Europa e la Lazio in campionato. "The Times" si interroga su cosa definisca oggi un “falso grande club”, e trova nella Juventus un esempio calzante: gestione instabile, rendimento altalenante e un’identità smarrita.

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