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«Le figurine? Una passione di famiglia»

panini

Parlare di Figurine Panini è come parlare di spaghetti al pomodoro o di una tazzina di caffè. Le conoscono tutti. Hanno persino un odore le “figu”, quel misto di carta e colla che dalle narici si imprime nella mente per finire indelebilmente nel cassetto dei ricordi. Molto più di un gioco, un fenomeno culturale, sociale non solo legato allo sport.

E’ passata anche da Torino, dal Centro Congressi dell’Unione Industriale, la presentazione del libro “Panini. Storia di una famiglia e di tante figurine” di Leo Turrini che ieri sera ha catalizzato davanti allo schermo del computer migliaia di appassionati per l’incontro in streaming dedicato al calcio - grazie alla presenza di Sala e Furino - ma anche a una storia che da sessant’anni a questa parte appartiene a tutti. E’ così che parlare con Antonio Panini, erede della prestigiosa dinastia modenese fondatrice dell’azienda, oggi di proprietà del manager Sallustro, è come fare un viaggio a ritroso nell’infanzia di ognuno di noi dentro camerette o cortili delle scuole a scandire il tempo al ritmo dei “celo celo manca” tra i volti dei beniamini del gol.

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