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«Torino sarà di nuovo centro produttivo come con Macario e Totò»

Spose

Ironico e dissacrante, come un film di Tarantino - «è a lui che mi sono ispirato - rivela il regista - il quale a sua volta si era ispirato a Sergio Leone e al suo “Spaghetti Western” -, comico e divertente come i suoi protagonisti, Diana Del Bufalo e Baz - «si ride moltissimo, sul palco e dietro le quinte» dice Marco Bazzoni, in arte Baz-, più femminista e meno maschilista delle precedenti edizioni, quelle degli anni Cinquanta, torna sul palco di piazza Solferino “Sette spose per sette fratelli” diretto e coreografato da Luciano Cannito, dal settembre scorso diventato direttore artistico dell’Alfieri e del Gioiello con il passaggio di gestione dei due teatri dalla famiglia Mesturino alla Fabrizio Di Fiore Entertainment.

Prodotto da Fdf e messo in scena dalla compagnia Roma City Musical, il musical, tratto dall’omonimo film prodotto da Mgm, diretto da Stanley Donen e diventato un cult di successo, va in scena da domani a domenica prossima al Teatro Alfieri con un cast di 22 interpreti, la direzione musicale di Peppe Vessicchio, storico direttore d’orchestra del Festival di Sanremo, e un’atmosfera che strizza l’occhio a Broadway, grazie ai costumi di Silvia Aymonino, l’impianto scenografico firmato da Italo Grassi, le luci di Alessandro Caso.

Una vitale Diana Del Bufalo dal talento vocale dirompente - «ha una tipica voce Disney - fa notare Cannito - , infatti viene spesso chiamata dalla Disney per doppiare i suoi personaggi» - sarà Milly, la cameriera della locanda del villaggio innamorata di Adamo, uno dei sette fratelli Pontepee, nelle montagne dell’Oregon del 1850. «Formiamo una coppia particolare: io sono alta 1 metro e 80, lui è un po’ più basso, è un Adamo un po’ strano» dice l’attrice romana. Una carriera, la sua, iniziata ad “Amici” ed esplosa tra televisione, cinema e teatro. Nei panni di Adamo, invece, è Baz. «Baz è un buzzurro di montagna come me che sono un buzzurro di Sardegna» scherza l’attore di Sassari.

Dopo il sold out registrato in vari teatri d’Italia, “Sette sorelle per sette fratelli” approda per la seconda volta in un anno sul palco di piazza Solferino. «La prima volta eravamo ospiti del teatro - ricorda Cannito -, ora, invece questo è il nostro teatro». Per il quale il neodirettore artistico nutre grandi progetti: «Quest’anno all’Alfieri faremo due nuove produzioni, due grandissimi titoli di cui abbiamo già rilevato i diritti internazionali. Inizieremo le prove a settembre. A Torino faremo le audizioni, le prove, ci serviremo delle maestranze locali». E aggiunge: «Vogliamo far tornare Torino un centro di produzione, vogliamo che si riappropri di questa sua tradizione che l’ha vista produrre gli spettacoli di Macario. Anche Totò produceva a Torino».

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