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Dardust, un nome due “anime”: «Adesso scrivo per me stesso»

Dardust

Con la sua doppia anima, quella del pianista e dell’autore di musica elettronica, si è fatto conoscere in tutto il mondo. Due talenti diversi che fanno di Dardust, ovvero di Dario Faini, un artista unico nel suo genere. Uno di quelli per cui i biglietti vanno a ruba, come sta accadendo anche al Teatro Colosseo di via Madama Cristina, dove Dardust si esibirà il prossimo 7 marzo nel live dal titolo “Duality”. Autore e producer tra i più richiesti, il suo nome sta dietro il successo di cantanti quali Mahmood, Francesco Renga, Alessandra Amoroso e Marco Mengoni, solo per citarne alcuni. È sua la musica di due tra i brani più gettonati del Festival di Sanremo che si è appena concluso, “Cenere” di Lazza e “Mare di guai” di Ariete, nonché la produzione di “Due” di Elodie.

Il suo live arriva proprio dopo il successo a Sanremo e la tournée per piano e archi con cui ha accompagnato Elisa.

«Sì, e dire che quest’anno - spiega Dardust, incontrato a una settimana esatta dal suo arrivo a Torino - avevo deciso di non scrivere per gli altri...».

Le cose non sono andate poi così male?

«E no, direi di no. Con Elisa, soprattutto, è stata un’esperienza importante, un successo inaspettato. Il tutto è nato ad Ancona, durante il live di beneficenza che faccio ogni anno. Abbiamo suonato insieme, ci siamo trovati bene, e da lì abbiamo pensato a un tour. La sua voce è perfetta accompagnata da pianoforte e archi. Questa tournée è stata anche un regalo per il pubblico che ha potuto cantare e ascoltare meglio le sue canzoni».

Già, ma adesso c’è il suo di live. Come nasce “Duality”?

«Si tratta di un concerto spettacolo sicuramente innovativo, credo che non abbia precedenti. Ha una struttura teatrale, in quanto è formato da due atti, il primo mi vede al solo al piano, il secondo è composto da musica elettronica più un racconto visual, scenografico».

Cosa l’ha spinta a questa sperimentazione?

«Sono le mie due anime, diverse, e che non si incontrano mai».

Le sue anime hanno contribuito al successo di molti artisti, basti pensare a Lazza, Ariete o Elodie, solo per citare gli ultimi in ordine di tempo.

«Loro sono tre artisti, diversissimi tra loro, ma che rappresentano bene il pop contemporaneo, la musica leggera di oggi».

Come sceglie i cantanti con cui collaborare o quelli da produrre?

«Li scelgo in base al progetto, se ho la possibilità di fare emergere qualcosa di mio, di lasciare la mia impronta».

E cosa ci sarà dopo il tour?

«Voglio scrivere per me, per il mio nuovo album che desidero sia pronto nel 2024».

Lo scorso anno fu ospite al Seeyousound Festival che si sta tenendo proprio in questi giorni a Torino.

«Sì, è stato il mio primo live. L’inizio di un percorso che a Torino mi ha portato anche all’Hiroshima e al Flowers».

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