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Il concerto

I Pinguini Tattici Nucleari faranno i tatuaggi ai torinesi: «Che show!»

Tutto esaurito per il live del 19 luglio allo Stadio. Ecco cosa ci raccontano

I Pinguini Tattici Nucleari

La band è nata a Bergamo nel 2010 (foto di Adriana Tedeschi)

Nessun genere, tutti i generi. Non una band, non un singolo cantante ma, semplicemente, sei frontman. Sono I Pinguini Tattici Nucleari, strampalati per natura, a partire dal nome scelto nel 2010 quando si sono formati, in quel di Bergamo, prendendo spunto dalla marca di una birra scozzese. Da lì, l’inizio di un percorso come quello di tante giovani band che li ha visti suonare nelle cantine, nei piccoli club. Ma, diversamente da tanti loro coetanei, lo stesso percorso li porta oggi negli stadi italiani per una bagno di folla che solo i nomi più blasonati, da Vasco Rossi a Tiziano Ferro, possono permettersi. Si chiuderà con loro, con I Pinguini, il 19 luglio prossimo la stagione outdoor dei grandi live torinesi. Appuntamento allo Stadio Olimpico per un altro dei sold out della band la quale per le 11 tappe del tour partito da San Siro l’11 luglio ha venduto la bellezza di 500 mila biglietti.


«Si tratta di uno show denso, uno show che passa però alla svelta perché ormai da qualche anno facciamo questo mestiere, abbiamo una scaletta rodata - spiega Riccardo Zanotti -. Suoniamo generi diversi (indie pop, indie rock, trap, rap, ndr) e alla gente piace».

In scaletta allora 25 brani, da “Zen” a “Giovani Wannabe”, da “Rubami la notte” a “Ringo Starr” e "La storia infinita" per uno show spettacolare psichedelico dove ai torinesi aspetta una grande sorpresa: un tatuatore pronto a intervenire: «Abbiamo chiesto ad un tatuatore professionista di seguirci in tour e chi vuole, chi ha il coraggio, chi alza la mano, poi glielo chiediamo prima insomma perché bisogna essere sicuri. Sale sul palco e gli viene fatto lo stencil preparatorio del tatuaggio che poi chiaramente, se intende procedere, questa persona potrà convertire in effettivo tatuaggio. Ci è venuto in mente vedendo Instagram e i tanti giovani che si tatuano le frasi delle canzoni». Un modo per fare gruppo, secondo Riccardo, anche con il proprio pubblico.


«Essere una band oggi è diverso rispetto ad essere un solista e questo lo si vede e lo si tasta anche in un live. Nel senso che ci può essere l’“Iron Man”, come si suol dire che si fa un live, ci può essere Bruce Springsteen, ci può essere anche Jovanotti, magari siamo d'accordo, però il tema è che in sei, potendo anche creare scenicamente riesci ad avere un equilibrio che è una delle cose più importanti sul palco, perché la riuscita di uno spettacolo è fondata soprattutto sull'essere morigerati, sul capire quando è il momento di fare qualcosa e quando invece è il momento di restare un attimo dietro, una band questo lo può fare».

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