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L'INTERVISTA

Dolcenera si racconta: "Dall'infanzia a Torino all'incontro con Dori Ghezzi. E oggi vi canto anche Platone"

A Cortazzone, per "Monferrato on stage", il concerto gratuito della cantante autrice di tante hit di successo

Dolcenera si racconta: "Dall'infanzia a Torino all'incontro con Dori Ghezzi. E oggi vi canto anche Platone"

Un concerto solo piano e voce per andare nel profondo delle canzoni. Così, in questa insolita veste, si presenta al pubblico Dolcenera. La musicista pugliese, all’anagrafe Emanuela Trane domani sabato 2 settembre dalle 22 (ingresso gratuito) sarà a Cortazzone in provincia di Asti per il cartellone di “Monferrato on stage”. Un happening che, alla purezza della musica, unisce l’installazione di Pablo T, esponente dell’astrattismo extrasensoriale che omaggerà il territorio con una videoinstallazione proiettata sulla facciata della chiesa di San Secondo. A tutto questo si aggiungono le specialità gastronomiche preparate per l’occasione da chef Federico Francesco Ferrero e da quelli della brigata Monferrato Rural Food. Il concerto s’intitola “Piano solo recital”. In scaletta oltre a alcuni successi composti dalla stessa piano-woman da “Siamo tutti là fuori” a “Com’è straordinaria la vita” e “ Il mio amore unico”, troveranno posto anche omaggi a Vasco Rossi e Fabrizio De André. Il cantautore ligure nell’ultimo album “Anime salve” scrisse la canzone “Dolcenera”, diventato il nome d’arte di Emanuela.
Dolcenera, perché "Piano solo recital"?
«È un’esigenza. Io non potrei mai vivere senza un pianoforte. Sono e mi sento una musicista prima ancora che una cantante. Cantare è una conseguenza».
Con quale stato d’animo affronta questo concerto?
«Come chi va alla ricerca del proprio passato. Ho vissuto a Torino fino a cinque anni, ma ero troppo piccola per ricordare e così, ogni volta che torno in Piemonte, è sempre un’emozione speciale ».
C’è’ un incontro particolare che le ha segnato musicalmente la vita?
«Sicuramente quello con Dori Ghezzi che vent’anni fa, quando vinsi Sanremo Giovani mi diede il Premio De Andrè. Recentemente ci siamo rincontrate, ed è una persona sempre molto gentile. Mi è capitato di lavorare nello stesso studio di registrazione utilizzato da Fabrizio».
La canzone che la rappresenta di più in questo momento?
«“Blowin’ in the wind” di Bob Dylan. Ha un messaggio sempre attuale, ancor di più con una guerra in corso. Purtroppo questa mia suggestione non è stata raccolta da altri colleghi. Eseguirò anche le canzoni del mio ultimo album “Anima mundi”, che si richiama a Platone».
Rifarebbe “Music Farm”?
«Oggi sì, ma allora, forse, ero più indifesa. Sanremo? Se capita l’occasione».
Ha in mente un nuovo disco?
«Voglio vivermela un po’».

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