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"Ragazzo di destra"

Colapesce e Dimartino falsi maître à penser della canzone italiana

Stereotipi di propaganda come operazione di marketing: studino piuttosto!

Colapesce e Dimartino falsi maître à penser della canzone italiana

Ormai anche le pulci hanno la tosse. Il duo di cantanti sanremisti  Colapesce e Dimartino ha inserito nel suo ultimo album la canzone dal titolo “Ragazzo di destra”. Un testo greve dove vengono ripresi i soliti vieti stereotipi  della propaganda e del falso immaginario propagato dai media della sinistra nostrana .Ne sono scaturiti articoli a piena pagina sui maggiori giornali con tanto di interviste ai nostri novelli musicanti “pensatori”. La maggior parte dei giornali, salvo lodevoli eccezioni come Il Foglio, si è affrettata a tessere le lodi dei due cantanti siciliani per il loro “impegno” . Evidentemente la loro è sicuramente una riuscita operazione di marketing per il lancio del loro nuovo album, ma tutta l’operazione si presta a qualche considerazione.

Forse Colapesce e Dimartino dovrebbero se non studiare almeno documentarsi un po’ di più o guardarsi meglio intorno perché quei ragazzi di destra così caricaturali con manganello, faccia nera ecc., in persona non se ne vedono. Sono figure , ”stereotipi”, costruiti dalla sottile persuasione tessuta ,nei confronti di certa opinione pubblica giovanile, da media come quelli della famiglia Elkann che hanno soprattutto il compito di portare consenso alle iniziative dei loro padroni che, da sempre, condizionano con i loro capitali l’economia italiana. Un’economia che tiene i giovani ai margini con stipendi ridicoli a cui  viene preclusa la possibilità di farsi una famiglia e costruirsi un futuro. E’ sicuro che tanti “ragazzi di destra”, (ma anche di sinistra), è facile trovarli a Londra, a Francoforte, ad Amsterdam perché lì trovano lavoro e futuro.

Ed allora perché impancarsi in considerazioni del tipo “l’odio genera paura “ arrampicandosi sugli specchi per affermare che l’ispirazione vi è venuta da La Guerra di Piero di De André?  Ma forse ai due aspiranti cantautori siciliani sfugge che, come noto, una generazione intera di ragazzi italiani è  stata purtroppo artefice di una guerra civile negli anni settanta.Di destra e di sinistra .E i cantautori a cui dicono di ispirarsi Colapesce e Dimartino  sono Battisti e Battiato. I due giganti della musica leggera italiana non si sarebbero mai sognati di utilizzare figure false e retoriche nelle loro canzoni. Studino Colapesce e Dimartino e si informino sul  Re del Mondo e su cosa scrisse René Guenon, Evola, cosa fosse l’Era del Cinghiale Bianco i continui rimandi dei loro temi nei testi di Battiato. Si sforzino di capire meglio i temi la musica e le parole di Mogol e Battisti. Erano gli stessi temi che coltivavano e approfondivano i ragazzi di destra. Non c’è nessun manganello o faccia nera o bombardino. Ma studiate anche gli altri cantautori per come hanno rappresentato i “ragazzi di destra” da Venditti a De Gregori.

Purtroppo ad un serio dibattito si antepone necessariamente sempre la necessità commerciale della vendita e dello streaming delle  canzoni e tutto fa brodo per aumentare gli incassi. Ma è triste quando, in un campo che dovrebbe essere quello dell’arte, si utilizzano furbeschi sotterfugi ideologici e di propaganda politica. Per far soldi.

 

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