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In piazza Castello
15 Novembre 2023 - 16:56
Il soprano russo Olga Peretyatko e la splendida scenografia del Regio
Il prossimo anno sarà il centenario della sua morte, ma il Teatro Regio di Torino ha deciso di giocare d’anticipo dedicando anche parte del 2023 alle celebrazioni in suo onore. Si tratta, ovviamente, di Giacomo Puccini che ha lasciato il mondo orfano della sua presenza fisica nel novembre del 1924 ma non di quella musicale, tanto che l’eredità dei suoi capolavori vivrà in eterno. E così, dopo “La bohéme” andata in scena ad ottobre, dal 17 al 26 novembre, anticipata il 16 sera dall’Anteprima Giovani, toccherà a “La rondine” nel nuovo allestimento di Pierre-Emmanuel Rousseau dedicato all’architetto Carlo Mollino. Come “La bohéme”, però, anche questa prima potrebbe essere a rischio a causa dello sciopero dei lavoratori del Teatro Regio per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, solo domani si avrà la certezza del debutto. Al momento non è stato annunciato nulla ma, come sta avvenendo in contemporanea in altre città, potrebbero esserci cambiamenti dell’ultim’ora.
Tornando a Mollino, l’opera, ambientata a inizio Novecento, viene trasportata nel 1973, quando il teatro dell’opera rinacque nella sua sua nuova veste. Diversa l’ambientazione, ma non la trama che vede come protagonista, appunto, la bella ed elegante parigina Magda de Civry, protetta del ricco Rambaldo. Conoscerà l’amore, quello del modesto Ruggero con cui priverà a fuggire per poi tornare ai fasti della sua ricchezza. Una storia attuale che vide la luce nel 1917 ma che, oggi, potrebbe fare storcere il naso alle femministe. Ma come, esistono donne che si fanno mantenere in barba all’amore? All’opera di sicuro, e il connubio funziona. “La rondine” è uno dei lavori meno conosciuti del repertorio pucciniano ma, certamente, una dei più affascinati per chi conosce da vicino il compositore toscano.
Grazie al disegno che ne fece il librettista Giuseppe Adami, alla sua Magda, Puccini riserva una parte vocalmente impervia e una drammaturgia che la fa diventare un ideale trait d’union tra due grandi eroine tragiche del melodramma: Mimì e Violetta. Il suo ruolo è affidato allostraordinario soprano russo Olga Peretyatko, mentre il maestro Francesco Lanzillotta dirige l’Orchestra e il Coro del Regio (produzione grazie al sostegno di Italgas).
«Come Sovrintendente mi considero l’incaricato di un servizio pubblico, quello della lirica, e quindi sento l’obbligo di rispettare le aspettative degli spettatori - spiega Mathieu Jouvin - ma al tempo stesso intendo prendere qualche rischio proponendo opere poco conosciute e offrendo titoli originali come “La Juive ”(che ha inaugurato la Stagione, ndr), “La rondine” o “The Tender Land”, che ci permettono di incuriosire il pubblico attraverso una programmazione non scontata».
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