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Fiori Perduti e Città Vuote: il finissage d'arte contemporanea al Museo Miit

L'arte pop di Giampaolo, il simbolismo di Kuris-Akis e i paesaggi urbani di Rota Milani per un'incredibile esposizione di emozioni visive

Fiori Perduti e Città Vuote: il finissage d'arte contemporanea al Museo Miit

"Boston" di Rota Milani

La visione pop della vita nelle narrazioni surreali di Leo Giampaolo, la pittura concettuale fortemente simbolica di Kuris-Akis, le “Città vuote” di Anna Rota Milani. Insieme con queste le opere di artisti italiani e internazionali per un doppio finissage al Museo Miit di Torino. Si inaugurano oggi nel museo di corso Cairoli 4, e rimarranno allestiti fino al 16 dicembre, due progetti espositivi: le “Mostre personali di Anna Rota Milani, Kuris Akis, Leo Giampaolo” e la collettiva “Torino contemporanea”, quest’ultima realizzata sull’onda delle iniziative torinesi per il mese dell’arte contemporanea. Si intitola “Fiori perduti” la personale dell’artista torinese Giampaolo che, ispirandosi alla Pop Art, realizza quei fiori «già dispersi nel cielo, poi preservati in una prigione platonica come esemplari florilegi dei nostri valori perduti che, disfacendosi, vanno a combinarsi in un infinito senza ordine». «Con la pittura descrivo ciò che mi colpisce, sia ciò che vedo, sia ciò che immagino. Trasporto su tela o carta, le emozioni nelle piccole cose o situazioni spesso trascurate rappresentandole o reinterpretandole».

Così Ingrid Kuris-Akis a proposito dei suoi lavori che, con pennellate a volte controllate, a volte libere, comunicano i suoi moti dell’animo. Sono, invece, espressione della solitudine dell’uomo i paesaggi urbani di Anna Rota Milani, palcoscenici dell’inesorabile scorrere del tempo, “Città vuote”, le definisce l’artista alessandrina, con un rimando alle “Città invisibili” di Italo Calvino. Sono una trentina gli artisti che compongono la collettiva “Torino contemporanea”, in cui si mescolano linguaggi e stili diversi. Si va dagli oggetti in resina di Claudio Bellini alla fotografia e al fumetto di Sergio Cavallerin, alle opere figurative dal sapore fauve di Maria Pia Giacomini, agli stucchi, pigmenti, assemblaggi di materiali diversi presenti nelle tele di Massimo Ricchiuto.

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