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Il genio di Antonio Campi rivive a Torino: capolavori del Rinascimento in esposizione

Le opere del maestro del Caravaggio in mostra fino al 10 marzo 2024

Il genio di Antonio Campi rivive a Torino: capolavori del Rinascimento in esposizione

L'allestimento della mostra su Antonio Campi, maestro del Caravaggio

Maestro del Caravaggio, figlio e fratello d’arte – la bottega della famiglia Campi fu molto attiva nella Lombardia del Cinquecento con molte committenze religiose e laiche -, apprezzatissimo nella sua epoca e nei secoli successivi, Antonio Campi, di cui quest’anno ricorre il cinquecentenario della nascita – anche se a scordarsene, non senza qualche polemica, è stata la sua stessa città natale, Cremona -, è uno dei più grandi artisti del Rinascimento. Dell’ altissima qualità della sua arte è testimone ora alla Galleria Sabauda di Torino l’esposizione “Antonio Campi a Torre Pallavicina”, seconda tappa della mostra dossier aperta dal 19 settembre al 3 dicembre scorso al Museo Diocesano di Cremona. Fino al 10 marzo 2024 saranno visibili nella sala del Tardo Manierismo della Sabauda quattro tavole del pittore cremonese.

Si tratta dei due pannelli “Andata al Calvario” e “Resurrezione”, appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda, e di due tavole con l’ “Orazione nell’orto” e “Cristo davanti a Caifa”, prestiti della Galleria Canesso. Dai colori smaglianti e affollate di personaggi le prime, dai chiaro-scuri frutto di sperimentazioni luministiche, ispiratrici dei notturni caravaggeschi le seconde. Queste opere sono ciò che rimane dei 15 pannelli con episodi della Passione di Cristo che abbellivano la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino nell’Oratorio di Santa Lucia a Torre Pallavicina, comune nella diocesi di Cremona, oggi in provincia di Bergamo.

Da segnalare che i due pannelli della Sabauda inizialmente erano stati attribuiti a un pittore nordico e fu proprio l’elevatissima qualità di esecuzione a far sì che negli anni Cinquanta fossero acquisite dallo Stato per entrare a far parte della collezione museale torinese. Soltanto quest’anno, grazie alle ultime scoperte documentarie, si è potuto stabilire con certezza la loro provenienza dall’Oratorio di Santa Lucia di palazzo Pallavicino Barbò.

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