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Il pittore

«Io, ritrattista della regina Elisabetta, costretto a lasciare Torino: la mia città mi ha snobbato»

Lo sfogo di Alberto Lanteri: «Oggi vivo a Roma, lavoro di più». Il suo dipinto esposto a Buckingham Palace

Alberto Lanteri

Alberto Lanteri e il suo ritratto della regina Elisabetta II

L’ultima sua fatica, ma solo in ordine di tempo, è il ritratto di Bruno Vespa il quale ha ricevuto Alberto Lanteri prima di Natale nel suo studio di Roma, in viale Mazzini, per accettare di persona il prestigioso dono. In fondo, non capita tutti i giorni, neppure a un giornalista del calibro di Vespa, di essere dipinto dal ritrattista della Regina Elisabetta in persona.

«Non è stato difficile per me raggiungere Vespa - ci svela l’artista torinese Alberto Lanteri dal suo studio di Roma, a tratti famigliare, a tratti lontano anni luce dall’eleganza sabauda di quello di corso Matteotti - da quando vivo nella Capitale posso frequentare molte più persone...».

Continua con un tono provocatorio, come se volesse aggiungere dell’altro cosa che fa, alla domanda successiva. Cosa c’era che non andava in Torino? «Torino è la mia città e io la amo, sia chiaro - racconta ancora - inoltre ho fatto molte cose in questa città, ma non sono mai riuscito a integrarmi del tutto con gli ambienti che contano e se, devo essere sincero, il perché non me lo so spiegare neppure io. Forse ciò dipende dal mio carattere, io sono un po’ schivo, non amo fare pubblic relation, tanto meno, frequentare certi ambienti politici. Io credo che l’arte debba essere super partes e che non debba avere nulla a che fare con la politica. L’arte non deve avere padroni. Non nego, però, che ho avuto anche ragioni personali per andarmene, come la morte di mia sorella avvenuta cinque anni fa, aveva solo 49 anni e si chiamava Elisabetta».

Già proprio come la sua amata regina scomparsa l’8 settembre del 2022 e cui Lanteri donò, in occasione del Giubileo del 2012, il ritratto fatto di suo pugno. Un disegno così bello da essere stato molto gradito da Elisabetta II e che ancora oggi fa parte della Royal Collection. «In realtà le cose andarono ancora meglio - continua Alberto allievo di Pietro Annigoni, il “ pittore delle regine” - io feci il dipinto che poi il mio responsabile comunicazione (Filippo Mangione, ndr) mise su Twitter. Solo a quel punto il quadro balzò all’attenzione della regina che mi fece pervenire i ringraziamenti con ben tre lettere. A quel punto donai il quadro a Buckingham Palace ma l’operazione non fu per niente facile». Molto più facile, però, di tanti altri progetti che, invece, a Torino, non è riuscito a realizzare. «Oggi sono felice così, ho tante cose in cantiere e tanti altri ritratti da proporre alle persone famose».

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