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TEATRO STABILE

"Un curioso accidente", Gabriele Lavia porta Goldoni in scena al Carignano

Da martedì 23 gennaio, sipario sugli equivoci descritti dalla commedia goldoniana: "Un testo illuminista per eccellenza"

"Un curioso accidente", Gabriele Lavia porta Goldoni in scena al Carignano

Gabriele Lavia in scena

Quel curioso accidente è un fatto realmente accaduto. «Un fatto vero, verissimo», dice Goldoni, raccontatogli «da persone degne di fede in piazza San Marco a Venezia al Caffè della Sultana», che in realtà non è un luogo, perché a Venezia il Caffè della Sultana non è mai esistito, ma è un modo di fare il caffè e Sultana è anche “una misteriosa donna”. Il fatto è accaduto in Olanda al termine della guerra dei sette anni e «le persone - è ancora Goldoni - mi hanno eccitato a formarne una Comica rappresentazione». Che ora Gabriele Lavia porta in scena con la sua compagnia nei principali teatri d’Italia e che ora approda a Torino. Debutta martedì 23 gennaio sul palco del Carignano una delle commedie meno rappresentate di Goldoni, “Un curioso accidente”, coprodotta da Effimera, dal Teatro di Roma - Teatro Nazionale e dal Teatro della Toscana, per la regia dello stesso Lavia (in replica fino a domenica 28 gennaio).


In scena con la moglie, Federica Di Martino, e con Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Lorenzo Volpe, Leonardo Nicolini, Lavia interpreta Monsieur Filiberto, un ricco mercante che accoglie nella sua casa Monsieur de la Cotterie, un giovane militare francese ferito in guerra. Giannina, la figlia di Filiberto, si innamora del militare, a sua volta ricambiata, e per far sì che il padre non lo allontani da casa gli fa credere che il giovane sia invece innamorato della sua cameriera. Di qui una serie di esilaranti equivoci con l’immancabile lieto fine. «Anche se dal punto di vista esteriore ha una trama semplice - dice Lavia - questo è un testo speciale, un testo illuminista per eccellenza». Ecco perché: «I due giovani si sposano, ma senza il permesso del padre, e questa è una rivoluzione illuminista - spiega Lavia -; vanno via di casa per sposarsi senza dire niente a nessuno, altra piccola rivoluzione». Tutte piccole rivoluzioni «che accadono in quel momento senza sapere quello che tra poco accadrà, ovvero la Rivoluzione francese».


Che questa commedia sia poco rappresentata, benché abbia avuto il maggior numero di traduzioni, è anche questo un “curioso accidente”. Il testo, infatti, è molto divertente e con un meccanismo scenico ben congegnato. Curiosa è la scenografia di Alessandro Camera, una specie di open space dove c’è un po’ di tutto e tutto un po’ “slabbrato”. C’è una casa che sembra un teatro, con un camerino che è anche la camera di Filiberto; c’è uno specchio, ci sono dei bauli, due pianoforti, un’altalena. Curioso anche che sul palcoscenico ci siano degli spettatori. «Nei miei spettacoli non c’è mai la quarta parete - ricorda Lavia -, c’è sempre una passerella che unisce il palcoscenico alla platea». E questa volta è addirittura il palco a farsi platea. Altra curiosità: i testi delle canzoni sono di Gabriele Lavia.

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