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contro alla rovescia
04 Febbraio 2024 - 08:55
Il duo di Ivrea Santi Francesi è pronto a prendere parte al loro primo Festival di Sanremo
Alessandro De Santis è la voce, suona la chitarra e l’ukulele, Mario Francese è un producer, synthesizer, suona tastiere e basso. Sono giovanissimi, originali e la loro musica è ciò che di più particolare si possa sentire sul palco del Festival di Sanremo. Loro sono i Santi Francesi, il duo originario di Ivrea che porterà in alto il Torinese sul palco dell’Ariston (6, 10 febbraio) con il brano “L’amore in bocca”. Un pezzo atteso visto a quanto i ragazzi hanno abituato il loro sostenitori sbancando Spotify, ma soprattutto vincendo “X Factor” nel 2022. Un percorso in discesa negli ultimi due anni che adesso, grazie al festival dei festival, giunge a un fatidico giro di boa che li porterà «a farci conoscere al grande pubblico italiano», spiegano raggiunti in Riviera a due giorni dall’inizio dell’avventura più importante della loro vita.
Come state vivendo questi momenti?
«Stiamo vivendo un vortice, ci sta salendo l’ansia inutile negarlo, la tensione è davvero alta. Per questa ragione stiamo cercando di svincolarci da tutto ciò e di concentrarci sull’esibizione in sé».
Come nasce il vostro brano?
«La canzone nasce per caso: il titolo in realtà era “L’amaro in bocca” ma quando lo abbiamo scritto il correttore automatico ha sbagliato con “amore”. Non ce la siamo sentita di cambiarlo e lo abbiamo lasciato così. In realtà la canzone non era prevista per Sanremo la cosa è venuta a mano a mano e siamo contenti del risultato che stiamo raggiungendo durante questi ultimi giorni di prove».
Siete molto tesi rispetto a Sanremo Giovani?
«Il peso che abbiamo percepito a Sanremo Giovani, in realtà, forse è stato superiore a quello che sentiremo all’Ariston. Era la terza volta, infatti, che provavamo con Sanremo Giovani».
Il Festival deve ancora iniziare ma al Fantasanremo avete già “vinto”, siete tra i favoriti…
«Sì, forse perché costiamo poco…».
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I Santi Francesi e Torino...
«Noi siamo entrambi di origine meridionale e, in realtà, non ci siamo mai sentiti molto torinesi. Ci sentiamo sabaudi da quando viviamo a Milano, cioè da un anno e mezzo, molto ci dicono: “Si vede proprio che siete piemontesi”. Siamo di Ivrea ma abbiamo frequentato molto Torino per via della musica, abbiamo lavorato molto con Dade, è una città sempre in fermento dal punto di vista musicale».
Tutti parlano del vostro look, come vi vestirete sul palco dell’Ariston?
«Avremo un unico brand, abbiamo optato fra classico e qualche elemento 800centesco che rimanda a Torino, il fil rouge sarà il colore nero e cercheremo di essere sempre eleganti».
Infine, il duetto: avere scelto la grande Skin...
«Sì, insieme a lei canteremo una nostra versione di “Hallelujah”, una versione più urlata, più arrabbiata. Faremo cadere l’Ariston».
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