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dall'8 aprile nelle sale

Da Torino al cinema, ecco "Zamora" l'opera prima di Neri Marcorè

La storia di un operaio che è costretto a improvvisarsi portiere, assistito da un "allenatore" speciale

Da Torino al cinema, ecco "Zamora" l'opera prima di Neri Marcorè

Una scena del film di "Zamora" di e con Neri Marcorè

Una storia milanese che in realtà è stata tutta (o quasi) girata a Torino: la magia del cinema è anche questa, e grazie al supporto e all’esperienza della nostrana Film Commission l’opera prima da regista di Neri Marcoré, “Zamora”, è stata realizzata sotto la Mole per sei settimane a novembre e dicembre 2022 e ora, da giovedì 4 aprile, arriva finalmente al cinema in tutta Italia.

SQUADRA DI CALCIO AZIENDALE
È la storia di un trentenne che trova lavoro in una fabbrica all’avanguardia nell’Italia degli anni ’60, ma rischia di perderlo subito perché il capo costringe i suoi dipendenti a far parte della squadra di calcio aziendale e lui il calcio non lo ama, non lo conosce, non lo ha mai praticato. Si inventerà portiere (come il grande Zamora del Real Madrid, ma a sua insaputa) e dovrà ricorrere alle lezioni private di un ex-grande campione rovinato da donne e alcol, interpretato dallo stesso Marcoré.
«Se Zamora incontrerà i favori del pubblico e della critica il merito è di tutta la squadra, da chi ha iniziato a scrivere la storia insieme a me a chi ha messo il sigillo sui titoli di coda», spiega il neo-regista. «In ogni caso me ne prendo tutta la responsabilità - ha continuato Neri Marcorè -, perché il film rispecchia totalmente il mio gusto e ciò che volevo raccontare a partire dalla base del romanzo di Roberto Perrone (ex giornalista sportivo del Corriere della Sera, ndr), a cui ho voluto dedicarlo».

LE LOCATION TORINESI
Molta Torino è presente anche nella troupe che ha realizzato il film, a cominciare dalla scenografa Francesca Bocca, che ha dovuto ricostruire oltre a una Torino molto “milanese”, con importanti scene girate anche all’interno del dance hall Le Roi di via Stradella, anche campi di calcio credibili, con i pali quadrati, le reti e i palloni che negli anni ’60 venivano utilizzati. «Era - aggiunge Marcoré - un’Italia vivace, allegra, ambiziosa, sulle ali di uno sviluppo economico grazie al quale il benessere, la felicità sembravano essere alla portata di tutti; ma era un’Italia altrettanto semplice, pervasa da un sentimento di innocenza ed entusiasmo, come succede quando ancora non si percepiscono le turbolenze dell’adolescenza e si respira a pieni polmoni l’incoscienza di un’infanzia che ci illudiamo possa essere eterna».

IL CAST
Nel cast come protagonista Alberto Paradossi, accanto a lui nei ruoli principali Anita Ferraioli Ravel, Giovanni Storti (c’è anche una breve comparsata del suo sodale nel trio Giacomo), l’astigiana Marta Gastini e Walter Leonardi. E poi, in piccoli ruoli, i comici Ale e Franz, Antonio Catania e, in un ruolo minuscolo ma simpatico, il regista Davide Ferrario.

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