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TEATRO STABILE
13 Aprile 2024 - 16:13
Una scena dello spettacolo in programma da martedì al teatro Gobetti di via Rossini
È un Goldoni poco frequentato sui palcoscenici teatrali quello che va in scena da martedì 16 aprile (ore 19,30) a domenica 21 aprile al Teatro Gobetti di Torino. Si intitola “Il Giuocatore”, un’opera in tre atti che il drammaturgo veneziano scrisse nel 1750 per scommessa. Aveva, infatti, scommesso con il pubblico veneziano di scrivere in un solo anno sedici commedie per l’impresario Girolamo Medebach e Il Giuocatore è una di queste.
Il regista Roberto Valerio ha scelto di metterla in scena perché, dice «è un testo magnifico, sempre in bilico tra commedia e dramma, di una modernità sconcertante, una commedia nera che racchiude in sé la possibilità di raccontare con leggerezza i vizi e le ipocrisie dell’uomo, dove la risata sgorga spontanea ma mai in maniera banale». Con Alessandro Averone, Alvia Reale, Nicola Rignanese, Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta Rosignoli, Mario Valiani e Mimosa Campironi, che è anche autrice delle musiche originali, si narrano “le pessime conseguenze di questo affannoso piacere”, cui lo stesso Goldoni si era abbandonato. «Io non pretendo già che le mie Commedie abbiano ad essere la scuola degli uomini - scriveva -; ma questa sì vorrei che lo fosse, e in questa ho studiato di farla da Precettore, quanto mai ho potuto; perché avendone io nel tempo passato avuto bisogno, avrei desiderato mirar su le Scene un esemplare, che mi avesse svegliato e corretto». Protagonista è Florindo, un giovane frequentatore assiduo dei Ridotti, locali di gioco, diffusissimi nella Venezia del Settecento.
Divorato dall’insana passione, Florindo sacrifica tutto alla sua dipendenza, anche le amicizie e l’amore per la promessa sposa Rosaura alla quale rinuncia disposto a sposare la vecchia e ricca Gandolfa pur di tentare la “vincita favolosa” , quella che sognano tutti i giocatori, di ieri e di oggi. «Voglio comprar un feudo - dice Florindo - voglio acquistarmi un titolo, voglio fabbricar un palazzo magnifico e ammobiliarlo all’ultimo gusto; voglio farmi correr dietro tutte le femmine della città». «Uno spettacolo per tutti - sottolinea il regista -, divertente ma graffiante al tempo stesso, ironico e giocoso senza tralasciare il dramma del protagonista, uno spettacolo coinvolgente che punta a riscoprire la vera anima di Goldoni, scrittore capace sì di scandagliare in profondità l’animo umano, ma sempre col sorriso sulle labbra strizzando l’occhio alla comicità involontaria di personaggi spesso tragicamente ridicoli».
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