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Dal Giappone all'Italia, Roberto Gabriele e la musica per serie Tv: "I miei cento violini per "La vita che volevi"

Il compositore nato ad Alba a pochi giorni dall'uscita delle serie su Netflix

Dal Giappone all'Italia, Roberto Gabriele e la musica per serie Tv: "I miei cento violini per "La vita che volevi"

Il compositore piemontese Gabriele Roberto

Dal Giappone all’Italia, andate e ritorni: il compositore albese Gabriele Roberto, che si divide da tempo nel suo lavoro tra i due Paesi, è pronto a far ascoltare ai quasi 200 territori in cui Netflix è disponibile la sua ultima creazione, la musica per la colonna sonora della serie in sei puntate “La vita che volevi” di Ivan Cotroneo, che verrà resa disponibile dal 29 maggio. Roberto è stato il primo compositore italiano ad aggiudicarsi il Japan Academy Award, il maggior riconoscimento giapponese in ambito cinematografico.

Aveva già lavorato con Cotroneo nel successo tv “La compagnia del Cigno”, come ha lavorato questa volta?
«Ci conosciamo molto bene dal punto di vista artistico e abbiamo una metodologia di lavoro collaudata, quindi eravamo d’accordo che avrei scritto i primi temi per la serie ispirato dalla sceneggiatura, prima dell’inizio delle riprese. Ivan desiderava fare ascoltare la mia musica agli attori prima di particolari scene, proprio perché la musica potesse aiutarli a entrare ancora di più nella storia, in aggiunta alle sue indicazioni che sono comunque sempre molto dettagliate».

Cotroneo le ha dato qualche ispirazione per il suo lavoro?
«Ricordo una frase di Ivan durante la prima telefonata nella quale mi anticipava le informazioni sulla serie, e mi disse, usando un’iperbole ovviamente: “vorrei una musica suonata da cento violini!”. Questo va un po’ in controtendenza rispetto alle “mode” musicali del momento, per le serie soprattutto per piattaforme come Netflix, Prime, Apple, però è stata accolta con molto favore anche dalla produzione. Quindi ho scritto brani per un’orchestra di molti elementi e visto che la serie è ambientata nel sud Italia, nel Salento per la precisione, con flashback a Napoli, ho scelto anche di utilizzare alcuni strumenti particolari come chitarra, fisarmonica, mandolino, in alcune variazioni di temi o inseriti nell’orchestra per renderli più mediterranei».

Realizzare le musiche di una serie è diverso dallo scrivere le musiche di un film?
«La differenza principale è la quantità di musica che si deve produrre. Solitamente in una serie si coinvolge anche la figura del “music editor”, ovvero, proprio per la quantità di musica che deve essere prodotta per coprire il numero delle puntate della serie, qualcuno che lavora con i temi del compositore e li “adatta” per le scene degli episodi successivi. In questo caso invece abbiamo lavorato praticamente “scena su scena”, senza music editor, come se fosse un film di quasi sei ore».

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