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la rassegna

Le cinque terre dell'arte: alla Galleria Salamon una mostra che parla di radici

Esplorazioni sensoriali e radici profonde attraverso le argille selvatiche in esposizione fino al 12 ottobre

Le cinque terre dell'arte: alla Galleria Salamon una mostra che parla di radici

Ceramiche in esposizione in via Torquato Tasso a Torino

Ad accomunare Maddalena Boero, Lidia Boševski, Giulia Forgione, Francesca Pamina Ros e Jesse Donham-Buratti, le cinque artiste che espongono in questi giorni alla Galleria Salamon di Torino , non è solo l’amore per quella materia duttile che prende forma con le mani cui è richiesta grande maestria e precisione, ma è anche l’amore per la propria terra, lo studio del territorio. È così che è nata “Argille selvatiche. Luoghi, radici e memorie”, la rassegna che si è inaugurata sabato scorso alla galleria Elena Salamon Arte Moderna di via Torquato Tasso 11 e che rimarrà allestita fino al 12 ottobre. Sono una quarantina i manufatti che compongono la rassegna, vasi realizzati con tecniche diverse e argille diverse, terre raccolte a mano, camminando a piedi nei boschi, tra piccoli ruscelli, su per le colline o ad alta quota. «Tenere tra le mani queste ceramiche regala sensazioni molto forti - spiega Elena Salamon -, vuoi per la “rugosità”, per i colori della terra, vuoi per la storia che raccontano».

«Ho fortemente voluto allestire questa mostra - continua la gallerista - perché credo sia davvero affascinante e raro, in questi anni così frenetici, incontrare persone che si dedicano alla sperimentazione. Artisti che non si preoccupano di quanti giorni o settimane richieda la creazione, e che non quantificano economicamente il tempo utilizzato per il loro lavoro. Anche perché, ad esempio, per il procedimento della “wild clay” sarebbe praticamente impossibile fare». Per dirla con le parole di una nota ceramista giapponese, Hitomi Shibata, autrice di “Wild clay”, argilla selvatica, cui si ispira il titolo della rassegna, «usare l’argilla selvatica per le nostre ceramiche è come coltivare nel nostro orto la frutta e la verdura che portiamo in tavola. Lo stesso principio di come selezioniamo ciò che mangiamo ogni giorno e di come perseguiamo la felicità nella nostra vita».

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