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Palazzo Madama
23 Ottobre 2024 - 15:59
Sergio Unia
«Io sono testimone del mio tempo, senza, però, dimenticare il passato. Testimonio la guerra, la violenza sulle donne, la poesia, l’amore, la natività, l’infanzia, la giovinezza. Sono temi che mi hanno affascinato in tutto il periodo dedicato all’arte». Negli oltre 50 anni dedicati all’arte Sergio Unia ha tradotto visivamente questi temi con quelle sculture che per equilibrio, proporzioni, armonia, rimandano alla tradizione classica. Perché Unia, artista figurativo, è maestro di quell’arte, come dice il critico ferrarese Vittorio Sgarbi, «difficile da fare e facile da capire, a differenza dell’arte contemporanea, facile da fare e difficile da capire».
All’artista monregalese è dedicata la mostra che si è inaugurata questa mattina nel Giardino Medievale di Palazzo Madama a Torino dal titolo “Sergio Unia. In ascolto”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione Torino Musei (rimarrà allestita fino al 9 dicembre prossimo).
Nell’orto, nel frutteto, tra le panche e il pergolato del giardino botanico del Castello degli Acaja tredici sculture in bronzo spiccano e si integrano armoniosamente nel verde del paesaggio, mettendo in relazione l’uomo e la natura. «E questo è particolarmente importante perché questo è l’anno che Palazzo Madama dedica all’ambiente, alla crisi climatica» sottolinea il direttore del primo museo civico italiano Giovanni Carlo Federico Villa. Nucleo centrale delle sculture, selezionate dalla curatrice Paola Ruffino insieme con l’artista, sono i soggetti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel giardino del Principe si possono ammirare la “Bimba sui pattini”, “Giochi, la cavallina”, “Maia con l’aquilone”, “Adolescente con flauto (Rossana)”, “Nudo dormiente”, la “Danzatrice (Elena). Si rifanno, invece, all’antico i torsi di ispirazione archeologica come il “Reperto torso virile” e ancora “La musa (reperto n.2)” e “Attesa”.
La rassegna nasce su iniziativa della Fondazione Crc, nell’ambito del progetto “Donare”. Alla Fondazione di Cuneo Unia, infatti, ha donato nel 2019 diverse opere tra disegni e sculture.
«Opere che noi ora vogliamo condividere con il pubblico» dicono dalla Fondazione. Una carriera, quella dello scultore piemontese, iniziata nel 1971 con la sua prima esposizione di opere grafiche e pittoriche e segnata nel tempo da tappe importanti, come la personale nel 2006 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’inserimento nel 2011 tra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia e nel 2013 la nomina ad accademico ad honorem della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon.
«In questi 50 anni sono maturato – spiega l’artista - , ma ho sempre tenuto fede alla mia idea di dialogare col pubblico attraverso la gestualità e l’interiorità della mia opera».
In collaborazione con Fondazione Quarto Potere
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