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Arte

Furto a Flashback: "Nessuno ci ha riportato l'opera, in compenso la nostra galleria è piena di curiosi"

Ecco le parole di Alberto Costa dell'omonima Galleria di Valenza: "Ci speriamo ancora"

Gallery Costa

L'opera dopo il furto

Sono passate 24 ore dal furto che ha scosso il vernissage di "Flashback, l'arte è tutta contemporanea" presso l'habitat di corso Giovanni Lanza 75. Si tratta del disegno su foglio parte dell'installazione "Ballata al buio" di Pier Paolo Calzolari (1999), sparito dalla Galleria Lara e Rino Costa di Valenza e di cui non si è più saputo nulla.

"Esatto, proprio così - ci racconta il titolare Alberto Costa - speravamo che il furto fosse stato accidentale, magari da parte di una persona inconsapevole e che, letta la notizia sui giornali, oggi si sarebbe fatta viva. Invece niente. Questa mattina sono venuti i carabinieri per accertarsi dell'accaduto, appena sarà possibile, andremo di persona a sporgere denuncia".

Il furto è avvenuto intorno alle 18 di mercoledì 30 ottobre e, nonostante sia stato immediatamente comunicato alla sicurezza, purtroppo, l'opera non è stata recuperata.

"Siamo rammaricati - continua Costa - è la prima volta che ci capita ma, siamo molto contenti di quanto i torinesi ci siano stati vicino. E c'è di più, la nostra galleria è stata presa d'assalto dai curiosi già dalle prime ore del mattino, chissà che non ci porti fortuna. L'opera, del valore di oltre 30mila euro, in queste condizioni non vale più nulla, speriamo a questo punto di vendere tanto altro, Torino in questi giorni è la capitale dell'arte con fiere internazionali aperte ovunque."

Chi è Pier Paolo Calzolari

Classe 1943, si forma a Bologna dove tiene la prima personale nel 1965 presso la Sala Studio Bentivoglio. Dall'anno successivo abbandona le tecniche pittoriche tradizionali; nel 1967 sempre presso lo Studio Bentivoglio presenta la performance intitolata Il filtro e benvenuto all'angelo con un riferimento all'opera di Pino Pascali. Diviene presto uno dei protagonisti dell'Arte povera. Tra i materiali più usati da Calzolari troviamo il ghiaccio, la margarina, il piombo fuso, le scritte al neon, materiali metallici, organici e naturali, malleabili, con una preferenza per le relazioni che implicano il concetto di trasformazione e aggiungendo agli oggetti fisici il suono come esperienza temporale. Nel movimento dell'arte povera si distingue per la qualità poetica e letteraria dei propri lavori con azioni al limite della performance (Canto sospeso, 1973). È presente alla Biennale di Venezia negli anni 1978, 1980 e 1990. Nel 1992 è a Documenta IX a Kassel. Negli anni Ottanta torna a lavori pittorici tradizionali con astrazioni di matrice metafisica ed esistenziale, peraltro già precedentemente presenti insieme a dimensioni di tipo affettivo.[1][2]

Nel 1994 un'importante retrospettiva gli viene dedicata alla Galleria nazionale del Jeu de Paume di Parigi e al Castello di Rivoli di Torino.

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