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Il collezionista folle
02 Novembre 2024 - 16:14
L'immagine della Gioconda sbuca dal calice del Graal
PROLOGO
Questa volta il Collezionista Folle ha tirato al bersaglio grosso. Dacché con l’aiuto onirico, a suo dire, di Gustavo Rol ha finalmente risolto il segreto del più celebre dipinto del ‘900 e sconfessato Picasso che aveva sempre spacciato il suo immenso quadro come la rappresentazione del bombardamento della città di Guernica in Spagna, mentre si trattava di un “quadrato enigmistico” nascosto nell’opera e dove solo un indagatore folle, così si autoproclama il nostro Indiana Jones, avrebbe potuto risolvere. Sempre però con l’aiuto del grande sensitivo defunto. Attraverso un percorso insensato e, forse, solo apparentemente demenziale tra rebus e colpi di scena il nostro Collezionista Folle arriverà a individuare finalmente, dopo la scomparsa per oltre duemila anni, il luogo in cui si trova la leggendaria coppa con la quale Gesù celebrò l’Ultima Cena: Il Santo Graal.
Alla ricerca del Graal perduto
Non è un hamburger sul grill, e non è neppure un portauovo, ma cos’è mai il Graal? Lasciatemelo dire: non è di legno come Umberto Eco faceva dire al bugiardo cavaliere Baudolino, ma è un calice romano di vetro ferroso, quindi infrangibile, composito di silicati, polveri di ferro e di uranite, un calice radioattivo che diviene luminoso se esposto al sole.
Un vitreo calice che essendo ferroso era adatto ad essere foto impresso con scene illuminate dai bracieri ardenti emittenti raggi infrarossi.
Le immagini fissate nel vetro preimbibito di ioduro d’argento, rimasero invisibili per duemila anni, finché il perito Salomon nel 1975, facendo una foto IR a una tavola lignea di Corot sovradipinta dal De Nittis, scoprì sotto una carrozzella trainata da un cavallo (il taxi del 1888) l’immagine di un calice con una curiosa anamorfosi sulla sua superficie che, ristrutturata secondo le leggi della catottrica cinese riprese da Leonardo Da Vinci nel suo trattato sull’ottica (conversione speculare), svelò il segreto del Graal: il volto della Maria Maddalena apparire in tridimensione nell’acqua o nel vino bianco contenuto nel calice. Un trucco vecchio come il mondo per cui proiettare una immagine curva sul fuoco ottico idealmente posto in centro al calice.
“Tremo nel fuoco” fu un celebre rebus di Leonardo Da Vinci da risolversi come “T Re Om fuoco” cioé “il segreto Tau della essenza Om del Re é nel fuoco… quello ottico!”. Leonardo chiosò la sua scoperta con un altro rebus: “Se la fortuna mi farà felice, questo volto esponerò”.
Per scoprire questo segreto ci volle un indagatore folle, ispirato dallo spirito superiore, del dottor Gustavo Rol.
Da solo non sarebbe riuscito a scoprirlo al Museo Ermitage.
Fu grazie ad un sogno in cui gli venne insegnato come risolvere il quadrato enigmistico più famoso del mondo: il dipinto di Pablo Picasso “Guernica”, una gran balla, una divertente menzogna collettiva colossale, quella che il dipinto si riferisse al bombardamento della omonima cittadina spagnola. Chi invece avesse visto i bambini francesi giocare a mosca cieca sventolando un fazzoletto puzzolente sotto il naso del malcapitato bendato, li avrebbe sentiti gridare a squarciagola la frase “Guère il n’y a pas ça!” che per brevità si contrae in “Guère n’y ça!”, cioé “Guerniça!”.
Nel sogno Gustavo Rol apparve come una Dama Bianca che dopo avergli rivelato questa menzogna, gli insegnò con pazienza a risolvere il quadrato enigmistico del dipinto Guernica di Picasso: “Sei capace a risolvere i rebus?” gli chiese nel sogno. “Mi spiace, non mi hanno mai insegnato, potresti farlo tu?” … “Ma certo, ascolta: si tratta di indovinelli particolari, detti della Sfinge poiché si compongono di tre elementi, i due estremi vengono dati e tu devi indovinare quello intermezzo. Ma se non lo indovinassi allora moriresti!” … “Morirei?” chiese spaventato dall’incubo il nostro indagatore.
La Dama Bianca lo rassicurò: “Morire significa non poter procedere a risolvere il successivo indovinello - e prosegui - un quadrato enigmistico è di solito composto da quattro indovinelli esterni ed uno interno. Sul dipinto Guernica quello interno è orizzontale, sotto al cavallo manctra un’erma antica. Prendi in esame cosa manchi tra un’erma antica: “erme …(?) … agée”, allora cosa manca?” chiese la Dama Bianca sorridendo e rimanendo in silenzio. “Aiutami ti prego, proprio non saprei rispondere… manca il cavaliere oppure le chevalier, l’anello reale del Re mancante Luigi XVII….? Non saprei… aiutami!”.
La Dama Bianca parve dissolversi lentamente. “Ti prego aiutami…” implorò nel sonno l’indagatore. “Manca il segreto tau… e manca il posto dove andare per risolvere il gioco del cavaliere!” disse la Dama con voce sempre più lontana. L’indagatore si sentì smarrire. “Vas-y… vas-y !” furono le ultime parole del fantasma. L’indagatore allora si svegliò di soprassalto, col cuore che batteva forte. “Ci sono: “Erme-y-t-age!”.
Il segreto del Graal sarebbe stato risolto trovandolo al Museo Ermitage di San Pietroburgo! La spedizione in Russia per ritrovare il Santo Graal sarà raccontata in un prossimo episodio.
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