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L'INTERVISTA

Il concerto di Malika Ayane al Teatro Colosseo: "Canto ma un giorno mi piacerebbe scrivere un romanzo..."

Il prossimo 13 novembre c'è il live della cantautrice: "Ecco perché sono legata alla città di Torino..."

Il concerto di Malika Ayane al Teatro Colosseo: "Canto ma un giorno mi piacerebbe scrivere un romanzo..."

La cantautrice Malika Ayane

Una voce arancione scuro, che sa di spezia amara e rara. Paolo Conte sceglie queste parole per descrivere l’arte di Malika Ayane. La cantautrice milanese di origini marocchine, mercoledì 13 novembre dalle 21 (biglietti a 30 e 35 per la galleria, 50 e 55 euro in galleria) sarà sul palco del Teatro Colosseo di via Madama Cristina 71 nella tappa torinese organizzata da Hiroshima Mon Amour del tour “A teatro”, in cui l’autrice di brani intensi da “Come foglie” a “Tre cose” oltre alla cover di “La prima cosa bella”, canzone del 1976 di Nicola Di Bari, ripercorre la propria carriera. Questo tour nasce dal nuovo singolo “Sottosopra”, pubblicato lo scorso 12 aprile. Da qualche tempo, l’artista cresciuta nel coro delle voci bianche della Scala accanto al maestro Riccardo Muti, ha scelto di vivere a Berlino.

Cosa ha voluto esprimere con “Sottosopra”?
«Più che il disordine materiale delle cose, è uno stato mentale e lo spiego anche nella canzone».

Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Paolo Conte e Gino Paoli sono solo alcuni nomi dei musicisti con cui ha duettato. Come ci si sente ad essere la musa dei cantautori?
«Le circostanze mi hanno portato a lavorare con questi grandi che non ringrazierò mai abbastanza».

Cos’è una canzone per Malika?
«Un’emozione fortissima quanto breve, che non si riesce a fermare».

L’anno scorso ha anche esordito come scrittrice con la raccolta “Ansia da felicità”. Pensa di proseguire su questa strada?
«Mi piacerebbe un giorno scrivere un romanzo compiuto. Più che ansia, la ricerca della felicità è un’aspirazione».

Da qualche anno vive a Berlino. Perché questa scelta?
«Avevo bisogno di sentirmi libera. Pur vivendo nella capitale tedesca non ho ancora avuto occasione di visitarla come vorrei».

C’è una canzone che non può mancare in scaletta?
«Se mi metto dalla parte del pubblico, capisco che la gente ama ascoltare dal vivo i pezzi più celebri tipo “Tre cose” o “Senza fare sul serio”, ma cerco di cambiare. Lo stesso Francesco De Gregori che mi ha ospitato in una sua data, sta facendo un tour incentrato sui brani meno noti, anche se la gente vorrebbe sempre sentire “La donna cannone”».

Malika Ayane e Torino?
«Sono molto legata all’Hiroshima perché, nel 2008, quando ancora mi conoscevano in pochi, ho aperto il concerto di Asa, cantante franco algerina».

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