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La mostra
11 Novembre 2024 - 16:00
“Girl with baloon” (2002)
Una bambina tende la mano verso il suo palloncino, volato via all’improvviso. Il palloncino è rosso a differenza del bianco e nero che circonda l’immagine del murales più famoso della street art, realizzato a Londra nel 2002 da Banksy, “Girl with Balloon”. Un artista, un maestro della provocazione a partire da ciò che fa con se stesso tenendo rigorosamente top secret la propria identità, per continuare con le sue decine di opere sempre al limite. Un colpo al cuore per chi preferisce nascondere la testa sotto la sabbia pur di non vedere il male che spesso ci circonda, poesia, invece, per chi i drammi li vive in prima persona.
Chiusasi da pochissimi giorni la settimana dell’arte, il contemporaneo torna protagonista a Torino nella sua forma più sovversiva con la mostra “Banksy&Friends: storie di artisti ribelli”, in programma alla Promotrice delle Belle Arti dal 15 novembre al 2 marzo. Protagoniste oltre ottanta opere tra quelle di Banksy, appunto, e altri venti artisti rappresentanti non soltanto della street art. Si tratta di Jago, TvBoy, Liu Bolin, David LaChapelle, Takashi Murakami, Mr Brainwash, Damien Hirst, Obey, Patrizia Casagranda, Sara Pope, Kaws fino agli italiani Angelo Accardi, John Blond, MaPo, Ozmo, Mimmo Rotella, Laurina Paperina, Nello Petrucci, Rizek e Giuseppe Veneziano.
L’esposizione, una produzione Next Events, in collaborazione con Pop House Gallery, Piuma, Arthemisia e Trium Art Gallery, è curata da Piernicola Maria Di Iorio che spiega: «Il messaggio dell’esposizione - mai banale o scontato - scuote le coscienze, indigna e commuove in uno schema artistico che ha rotto i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti nati ribelli sono diventati iconici, ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei d’arte contemporanea».
E si parte proprio da lui, dal più sfuggente quanto ficcante degli artisti, che non ci mette la faccia, affidando il suo messaggio a segni indelebili sui muri del pianeta. Di lui, saranno esposte dodici opere, tra cui, appunto, “Girl with Balloon” (2002) e, ancora, “Queen Vic” (2003) e “Bomb Love” (2003).
Tra le chicche dell’esposizione, c’è, poi, Jago, il giovane scultore italiano che usa il marmo come materiale prezioso e di cui saranno esposte le opere Memoria di sé (2015), Taste of Liberty (2019) e Donald (2018). Jago rappresenta un’eccellenza del panorama nazionale, un vanto che il mondo ci invidia per via della sua creatività e del romanzo di vita che si cela dietro ogni suo singolo lavoro.
E le superstar non finiscono qui. Ecco allora TvBoy, che propone una poetica artistica data dagli insegnamenti dell’universo fumettistico e dei cartoon giapponesi. Iconico il suo messaggio di pace dal titolo “Hope” dove è, ancora, una bambina, come in un cartoon, a disegnare la parola nel cuore di tutti. Provocatoria, invece, la sua versione della Creazione di Michelangelo con Adamo che non sfiora la mano di Dio e sul cui grembo poggia un Mac.
Speranza, invece, si legge nei “Flowers” di Murakami in una versione più colorata e leggera di come si è abituati a conoscerlo, o nel pallone dedicato alla bellezza della vita di Mr Brainwash. Un’esposizione da vedere e vivere per ciò che di più ribelle il contemporaneo ha, finora, saputo partorire.
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