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Alla Mondadori

Ecco la vera storia del Vampiro di Vanchiglia

L'omicidio che sconvolse Torino nel libro di Donato Sergi che sarà presentato il 16 novembre

Donato Sergi

Lo scrittore Donato Sergi

Era il 6 gennaio del lontano 1857 quando un fatto di cronaca nera scosse Torino: il ritrovamento del corpo della piccola Angela Allaria, appena 9 anni, all’angolo tra via Vanchiglia e via Artisti. Il corpo era terribilmente martoriato, fu un omicidio ma il colpevole non fu mai trovato. Dati i brutti segni lasciati sul corpo della bambina, che fu anche abusata, nel quartiere si iniziò a diffondere la leggenda della presenza di un vampiro. Una leggenda tramandata nei secoli e giunta alle orecchie curiose di Donato Sergi, classe 1991, originario di Barbarano del Capo, in provincia di Lecce, talmente innamorato di Torino e dei suoi misteri da decidere di condurre per oltre tre anni studi approfonditi sulla città, alla ricerca dell’ispirazione per un nuovo libro. Si tratta di “Il vampiro di Vanchiglia”, uscito a ottobre per Ianieri Edizioni che sarà presentato alla Mondadori di corso Mortara sabato 16 novembre alle 18.

«Il Vampiro di Vanchiglia nasce dall’irresistibile attrazione per il lato oscuro della storia, del mistero e della scienza, intrecciata a un amore profondo per Torino. Città dalle atmosfere gotiche, ricca di vicoli e palazzi che sembrano sospesi nel tempo, elementi perfetti per creare un contesto intrigante e tenebroso; questo mi ha permesso di esplorare i confini tra realtà e superstizione, tra la scienza emergente e l’ignoto», racconta l’autore.

Il romanzo inizia dalla vicenda di Achille Sacchi, giovane giornalista cui viene affidato il compito di scrivere un ritratto di Giuseppe Turàt, un accademico le cui storie del crimine destano scalpore tra i colleghi poiché in contrasto con Lombroso. «Achille Sacchi, il narratore, incarna la curiosità e l’ambizione dei giovani intellettuali dell’epoca. Seguendo il professor Giuseppe Turàt, si trova coinvolto in un’indagine che lo porta ad affrontare non solo un crimine terribile, ma anche a confrontarsi con il lato oscuro della natura umana e le pseudoscienze che, in quegli anni, influenzavano profondamente la società».

 

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