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La festa
09 Dicembre 2024 - 16:35
Matteo Thiela
Con le sue creazioni ha girato il pianeta. In ultimo, solo in ordine di tempo, è stato in Cina dove per la ex Curiel - la casa di moda che inventò il tubino - ha realizzato una collezione estiva dedicata alla donna urbana, fine e minimalista. Ma adesso, Matteo Thiela, lo stilista torinese tra i più conosciuti del pianeta per avere saputo rivoluzionare tecnica e stile del mondo dell’alta moda, ha deciso di vivere la sua Torino con l’apertura del nuovo Atelier & Showroom in Barriera di Milano, il via Lombardore 14. Sarà inaugurato il 12 dicembre prossimo, a partire dalle 19, e sarà una festa aperta a tutti.
«Voglio che sia un vero evento per la gente di questo quartiere così meraviglioso di Torino - spiega Matteo - un quartiere vero, dove le culture e le razze si amalgamano, dove incontri le persone e le rivedi il giorno dopo. Anche se con il mio lavoro ho girato il mondo, ho sempre avuto casa e laboratorio sotto la Mole, stavo in piazza della Repubblica, ma lì le cose erano diverse, lì la gente passa, compra, frequenta i locali poi se ne va. Qui in Barriera, le persone vivono davvero e si integrano. E’ probabilmente il quartiere più bello di Torino anche perché quelli più borghesi oggi hanno perso la loro vera identità».
Già alla corte di nomi quali Krizia, Zegna, Tivoli, Matteo Thiela ha saputo farsi notate nel mondo della moda, oltre che per il suo stile inconfondibile e di classe, per avere inventato, con tanto di brevetto, il Bombix, ovvero, una tecnica di realizzazione degli abiti non attraverso la stoffa ma grazie alla lavorazione del filo unito insieme con la resina. «Un metodo che uso solo io e con cui realizzo tutti gli abiti delle mie collezioni - racconta ancora Thiela - li preparo uno a uno. La tecnica permette di risparmiare sull’acquisto della stoffa e il risultato è sorprendente».
Tutti lo potranno vedere attraverso i propri occhi da giovedì quando l’atelier si aprirà al pubblico. «Il nuovo atelier è un punto di incontro aperto, pensato per mescolare e connettere realtà diverse di Torino, persone del centro, giovani e chi vive e respira il quartiere - racconta ancora Matteo -. Lo spazio di apre su un cortile e conduce ad un lungo corridoio, dove ho disposto le macchine rotative con cui realizzo i vestiti. Dalla congiunzione centrale dello spazio, una scala scende a una cantinetta bianca, intima, dove alcuni dei vestiti sono esposti e dove si può indossare un capo in un’atmosfera raccolta, quasi nascosta: un luogo di protezione e riservatezza, per vivere l’esperienza dei capi in modo personale. Questo nuovo atelier vuole anche essere un terreno fertile per nuovi progetti, un luogo che dia energia e speranza a una zona straordinaria ma che vive momenti difficili. L’obiettivo è nutrire questo terreno con bellezza e creatività, perché idee e connessioni possano davvero fiorire, che sia per una serata, un salotto o un incontro culturale e umano».
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