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La leggenda di Torino

“Fred!”: piccolo così ma mito indimenticabile

Dal 27 dicembre al Teatro Carignano lo spettacolo di Arturo Brachetti

Fred Buscaglione

Matthias Martelli e Fabrizio Bosso

Fred era un ragazzo normale, «anche un po’ sfigatello - dice Brachetti -, perché voleva fare il Conservatorio ma non ci riuscì, voleva fare jazz, ma lo suonava solo nelle balere». Poi, però, con il suo amico Leo Chiosso scrisse canzoni come “Che bambola”, “Porfirio Villarosa”, “Che notte”, “Eri piccola” e altri pezzi dirompenti e il suo fu un successo travolgente. È dedicato al mitico Fred Buscaglione lo spettacolo di queste festività natalizie del Teatro Carignano. Coprodotto da Enfi Teatro, dallo Stabile di Torino e Il Parioli, “Fred!”, scritto e interpretato da Matthias Martelli con la regia di Arturo Brachetti, torna nella bomboniera torinese dal 26 dicembre al 6 gennaio prossimo e vedrà sul palco, insieme con l’ironico, istrionico, travolgente attore marchigiano il grande trombettista Fabrizio Bosso e con lui un ensemble composto da Alessandro Gwis al pianoforte, Mattia Basilico al sassofono, Matteo Rossi al contrabbasso, Luca Guarino alla batteria, e la voce di Arturo Caccavale.

«Questa non è una commedia dove un attore interpreta una parte e un altro attore un’altra parte - spiega Brachetti - . Fred è nelle immagini, nell’aria, nella musica, nelle citazioni, è sempre lì, ma non c’è uno che fa Fred, perché lui è un mito e il mito non si fa, lo si evoca. La voce di Fred arriva solo alla fine dello spettacolo ed è struggente».

Lo spettacolo inizia con un incidente, l’ultimo momento della vita di Fred, quando, di ritorno a Roma da una serata di follie, si scontrò contro un camion con la sua Ford Thunderbird color rosa shocking, la macchina da gangster. Il gangster che lui, bonaccione com’era, sapeva interpretare così bene con quei baffi, il doppiopetto gessato, il cappello a larghe falde, la sigaretta, l’onnipresente whisky, lo sguardo da duro e quella la voce roca con cui cantava “Teresa non sparare”, “Guarda che luna”, “Whisky facile”, “Buonasera signorina”, “Il dritto di Chicago”, “Criminalmente bella”, “Una sigaretta”, “Love in Portofino”, “Non partir”. Canzoni diventate mitiche, capaci di affascinare anche un giovane come Matthias Martelli: «Io sono nato 26 anni dopo la morte di Fred, nell’86, ma la sua musica l’avevo in testa sin da bambino. Quando poi mi trasferii a Torino e scoprii che Buscaglione e Leo Chiosso abitavano dietro casa mia e che i due scrivevano le canzoni da due balconi attigui ho capito che Fred si stava avvicinando a me». Così ha costruito uno spettacolo che non è solo intrattenimento ma approfondimento, uno spettacolo, dice, «pieno di ritmo, frizzante, dove gli interpreti giocano, vivono, collaborano, coinvolgono il pubblico e alla fine si ha la sensazione che il protagonista di questo racconto visivo e sonoro sia un artista tutto da scoprire».

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