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Palcoscenico

Antonio Albanese che fenomeno: dodici giorni di tutto esaurito

Il mattatore salirà sul palco del Teatro Colosseo di Torino dal 15 gennaio al 1° febbraio

Antonio Albanese

Antonio Albanese nei panni di Epifanio

Lui è Cetto La Qualunque, quello che “voglio abbassare lo spread di almeno 20, 25 centimetri e voglio ridurre il rapporto deficit pilu”. Lui è il siciliano Alex Drastico, il padre di Thomas, Nicholas e Giuseppes, “uno si droga, l’altro spaccia, il terzo fa il poliziotto, e così, arrestando di tanto in tanto i fratelli, sta facendo carriera”. Lui è il timido e gentile Epifanio, quel sensibilone “che mi si sposta il cuore”.

Lui è Antonio Albanese, quello che ha creato tutti questi personaggi, Cetto, Alex, Epifanio e molti altri e che, dice, «vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre».

E di risate farà il pieno il pubblico del Teatro Colosseo con Albanese e il suo spettacolo “Personaggi”, in scena sul palco di via Madama Cristina 71 da mercoledì 15 gennaio al primo febbraio, per un totale di dodici recite. Tutte sold out.

Diretto da Giampiero Solari, l’attore e regista lombardo riparte dunque dal suo spettacolo cult scritto insieme con lo stesso Solari, con Michele Serra, e Piero Guerrera. Un one man show dove, con rapidi cambi di costumi, di dialetti, di movenze, di situazioni, sfila un’umanità irriverente e grottesca, con personaggi che amplificano stereotipi, difetti e particolarità del nostro paese, da Nord a Sud. Un campionario umano, quello creato da Albanese, che negli anni è andato ad arricchirsi di nuove maschere. Tutte irresistibili. Accanto a Cetto La Qualunque, a Drastico, a Epifanio, troviamo anche l’ingegner Ivo Perego, industriale della Brianza produttore di Eternit, il Sommeiller che pontifica con grande competenza sulle qualità del vino con giudizi tranchant, del tipo: è rosso, fa cagare, o, al termine dell’assaggio, è finito.

E poi c’è il dottor Cantoni, il complessato Analista delle Gestioni integrate, che non sa bene che cosa siano, c’è l’Ottimista, il Soldato, il Professore. Protagonisti di un recital che parla del nostro tempo, di nevrosi, di ossessioni, di alienazione, di vuoto ideologico, di assenza di empatia nei rapporti umani. Si ride, sì, ma c’è anche spazio per le riflessioni.

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