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Cinema

«Cesare Pavese? Ce ne fossero oggi scrittori bravi come lui»

Giovanna Gagliardo presenta oggi al Massimo il documentario “Il mestiere di vivere” (GUARDA IL TRAILER)

cesare pavese

Cesare Pavese

Oggi alle 16 e domani alle 20,30 (quest’ultima alla presenza della regista) al Cinema Romano sono in programma due proiezioni de “Il mestiere di vivere” di Giovanna Gagliardo, autrice albese da settimane in tour per tutta l’Italia a presentare questo lavoro dedicato al grande scrittore piemontese Cesare Pavese. A partire dal suo ultimo giorno di vita, il documentario mette al centro della storia l’uomo e lo scrittore attraverso vari capitoli che raccontano i tanti mestieri che ha sperimentato.

A poche ore dal suo arrivo in città, le abbiamo chiesto come ha progettato il racconto: «Ho scelto di partire dall’ultimo triste giorno della sua vita, il suicidio avvenuto quando aveva solo 41 anni, perché volevo togliermi subito il cliché dello scrittore suicida per amore. Certo, è una parte importante della sua storia ma la sua vita è stata molto più interessante di quegli ultimi cinque minuti».

Tra filmati d’archivio e interviste inedite, “Il mestiere di vivere” racconta l’intellettuale che nella sua breve vita è riuscito a ricreare un nuovo mondo letterario e culturale che ha dato identità alla seconda metà del Novecento italiano. «Spero di ridare a Pavese un posto centrale, negli ultimi decenni in Italia lo avevamo un po’ accantonato. Se lo rileggi e alla luce della sciatteria di cui si parla oggi, c’è una scrittura bellissima, una scelta delle parole impeccabili: ce ne fossero oggi di persone che sanno scrivere come lui!».

Dopo Torino, “Il mestiere di vivere” continuerà il suo intenso tour per l’Italia nelle terre di Cesare Pavese (e della regista, originaria di Monticello d’Alba), da Alba a Carmagnola e Bra. «Sicuramente le Langhe hanno contribuito a renderlo ciò che era, anche se dopo le elementari è andato via e non ci ha più vissuto, anche se ha continuato a tornare per tutta la vita. L’idea dell’origine gli stava molto a cuore, per lui Santo Stefano Belbo era come Itaca, lo dico provocatoriamente ma credo sia vero».

Gagliardo, classe 1941 e originaria di Monticello d’Alba, è stata per molti anni collaboratrice e assistente alla regia dell’ungherese Miklos Jancsò, è giornalista e autrice di numerosi documentari tra cui lo storico “Venti anni” e il progetto “Bellissime”, il racconto per immagini del cammino della donna italiana, durante il ventesimo secolo.

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