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in piazza castello
23 Gennaio 2025 - 22:52
Lo scrittore torinese Primo Levi
«Io non credo che la vita dell’uomo abbia necessariamente uno scopo definito, ma se penso alla mia vita e agli scopi che finora mi sono prefissi, uno solo ne riconosco ben preciso e cosciente, ed è proprio questo, di “rispondere” al Kapo che si è pulito la mano sulla mia spalla, al dottor Panuvitz, a quelli che impiccarono l’Ultimo ed ai loro eredi». Lo scriveva Primo Levi il 13 maggio 1960 nella lettera ad Heinz Riedt, il traduttore di Se questo è un uomo in tedesco, per ringraziarlo del suo lavoro. È questa la prima lettera che accoglie il pubblico della mostra a Palazzo Madama “Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa”, promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi, curata da Domenico Scarpa, da oggi aperta a Palazzo Madama (rimarrà allestita fino al 5 maggio).
Una rassegna “fatta di lettere”, quella allestita nella Corte Medievale del Palazzo che nel 2015 ospitò un’altra mostra dedicata a Primo Levi. In esposizione i carteggi privati, ora diventati pubblici, che lo scrittore torinese, deportato ad Auschwitz, intrattenne dopo la fine della guerra con interlocutori tedeschi e germanofoni, ex compagni di lager, intellettuali, comuni lettori. Carteggi che, con il progetto LeviNeT, finanziato dall’ Unione Europea, verranno resi disponibili, di qui al 2027, gratuitamente sul sito www.levinet.eu. Un “Giro di posta” che “risarcisce” Levi per una mostra che si tenne nel ‘55: «Nel ’55 Palazzo Madama ospitò una rassegna sul decennale della resistenza – spiega il direttore Giovanni Carlo Federico Villa - . Levi la recensì in modo amaro perché non veniva fatto nessun cenno alla deportazione. Ora, a 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, vogliamo risarcirlo».
Primo Levi avrà presto una casa a lui dedicata. Lo anticipa il presidente del Centro Studi Fabio Levi: «Creeremo un luogo fisso di incontro, un luogo specifico dedicato a uno dei personaggi più significativi della storia di Torino. Sarà nella nuova Biblioteca Civica che si aprirà alla fine del 2026».
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