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Rita Rusic: «Dopo il divorzio da Vittorio Cecchi Gori mi hanno chiuso le porte, ma io...»

A tu per tu con la madrina di chiusura del Lovers al Cinema Massimo

Rita Rusic

Rita Rusic

Grande festa di chiusura oggi al cinema Massimo per il quarantesimo Lovers Film Festival: a partire dalle 20 è in programma la premiazione e a seguire l’anteprima del remake de “Il banchetto di nozze”. Sul palco, insieme alla direttrice artistica Vladimir Luxuria, anche la madrina della serata, la produttrice Rita Rusic.

«Non vedo l’ora di esserci, Vladimir è un’amica che stimo moltissimo e con cui mi sono sempre divertita», ci confida poco prima di partire da Roma. «Appena mi ha proposto di venire a Torino ho accettato, spirano in tutto il mondo brutti venti per i diritti e voglio fare la mia parte. È fondamentale poter essere liberi di esprimersi, non possiamo doverci fingere altro perché non siamo accettati».

Dopo aver iniziato la sua carriera come attrice, Rita Rusic diventa produttrice e all’interno del gruppo Cecchi Gori si rivela subito una grande scopritrice di talenti: per fare solo alcuni nomi, basti citare Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Vincenzo Salemme e Antonio Albanese.

«Ho cercato prima di imparare il mestiere, entravo - dopo il matrimonio con Vittorio - in una famiglia che era nel cinema da sempre: per trovare nuovi nomi mi ero presa un anno intero per andare per teatri, a cercare attori che avessero fatto poco, un cortometraggio solo a volte, e capire chi meritava una chance: ci vuole intuito, certo, ma anche un pizzico di fortuna».

Nel corso della sua carriera ha prodotto film di enorme successo di pubblico, come “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone, e di critica, come “Così ridevano” di Gianni Amelio, premiato con il Leone d’oro a Venezia. Da qualche tempo ha iniziato nuovamente a produrre: «Ho aperto una società con mio figlio, stiamo iniziando ora: i giovani devono avere uno spazio maggiore, sono loro ad avere le idee migliori e più voglia di rischiare. Ma l’aiuto governativo per dargli queste possibilità è fondamentale, serve uno spazio di sicurezza in cui farli rischiare».

Qualche settimana fa Rita Rusic è stata protagonista a Domenica In di una improvvisata che Mara Venier ha voluto fare all’ex marito Vittorio, un momento importante per rivederli in pubblico insieme e per qualche chiarimento. «Con lui ci vediamo sempre, Vittorio sa che nel momento del bisogno per lui non manco mai. Non voglio farne una questione di genere, ma dopo il nostro divorzio molte porte mi sono state chiuse, se fossi stata un uomo sarebbe stato più semplice: non mi si perdonava di avere avuto così tanto successo. Ma ho ancora l’entusiasmo giusto per riprendere da dove avevo lasciato».

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Dopo aver iniziato la sua carriera come attrice, Rita Rusic diventa produttrice e all’interno del gruppo Cecchi Gori si rivela subito una grande scopritrice di talenti: per fare solo alcuni nomi, basti citare Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Vincenzo Salemme e Antonio Albanese.
«Ho cercato prima di imparare il mestiere, entravo - dopo il matrimonio con Vittorio - in una famiglia che era nel cinema da sempre: per trovare nuovi nomi mi ero presa un anno intero per andare per teatri, a cercare attori che avessero fatto poco, un cortometraggio solo a volte, e capire chi meritava una chance: ci vuole intuito, certo, ma anche un pizzico di fortuna».
Nel corso della sua carriera ha prodotto film di enorme successo di pubblico, come “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone, e di critica, come “Così ridevano” di Gianni Amelio, premiato con il Leone d’oro a Venezia. Da qualche tempo ha iniziato nuovamente a produrre: «Ho aperto una società con mio figlio, stiamo iniziando ora: i giovani devono avere uno spazio maggiore, sono loro ad avere le idee migliori e più voglia di rischiare. Ma l’aiuto governativo per dargli queste possibilità è fondamentale, serve uno spazio di sicurezza in cui farli rischiare».
Qualche settimana fa Rita Rusic è stata protagonista a Domenica In di una improvvisata che Mara Venier ha voluto fare all’ex marito Vittorio, un momento importante per rivederli in pubblico insieme e per qualche chiarimento. «Con lui ci vediamo sempre, Vittorio sa che nel momento del bisogno per lui non manco mai. Non voglio farne una questione di genere, ma dopo il nostro divorzio molte porte mi sono state chiuse, se fossi stata un uomo sarebbe stato più semplice: non mi si perdonava di avere avuto così tanto successo. Ma ho ancora l’entusiasmo giusto per riprendere da dove avevo lasciato».

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