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Pisconti Milano: lo showroom più grande d'Italia che veste anche il Volo

Ecco chi c'è dietro il nuovo brand di sartoria da cerimonia maschile, e non solo, di strada del Cascinotto a Torino

Pisconti

Piero Barone tra i clienti

Il creativo, l’esperto di problem solving, l’ex modello, l’industriale, il top manager: in poche parole una squadra. Pronta a mettersi in gioco in un momento in cui investire, specie sull’abbigliamento, può fare paura, ma forte della tradizione radicata in una città come Torino dove la moda italiana ha mosso i primi passi importanti. Nasce così Pisconti Milano, il più grande showroom d’Italia nel settore degli abiti da cerimonia uomo, e non solo, un progetto avviato circa un anno fa e che sarà ufficialmente inaugurato domenica 18 maggio dalle 18 alle 21 presso la sua sede di strada del Cascinotto, 152. E Torino tira un sospiro di sollievo e vede all’orizzonte il barlume di una luce nuova che nello scenario economico può risuonare come una buona notizia.

L’aria che respira da quelle parti è proprio quella della grande sartoria da uomo fatta a mano dove ago, fili, manichini e mezzi busti sono gli algoritmi perfetti di un processo creativo che vanta origini lontane e che non può essere scalfito neanche dalla più sofisticata innovazione digitale. Un amore, un mestiere che i fondatori della Pisconti Milano conoscono bene essendo tutti cresciuti alla corte di Carlo Pignatelli. A partire dallo stesso Massimo Pisconti, l’art director, nato a Torino con la moda nel sangue passione che ha coltivato per 25 anni nella precedente maison, eliminando le barriere fra affari e creazione. Sue le collezioni della Pisconti Milano, nate dalla passione, l’esperienza, lo sguardo giovane. Al suo fianco come senior partner, Carlo Martellini, originario di Martina Franca, con una laurea in Management del Fashion presso l’Università del Salento, per anni nel cda della maison torinese. E ancora, Domenico Renda, ex modello (Giorgio Armani, Jean Paul Gaultier, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Laura Biagiotti) passato poi alla comunicazione a fronte di studi di semiotica presso l’Università di Bologna con cui ha servito per la bellezza di trent’anni le più svariate collezioni. A chiudere le operazioni due mostri sacri dell’economia milanese e torinese come Dino Di Resta, guru dell’informatica che nella sua carriera è passato dai programmi Fininvest, alla Ravelli spa produttrice di stufe e camini, alla Moretti Design. Un uomo d’azienda, ma anche un creativo, tanto che una sua stufa fu esposta anche come opera d’arte alla Biennale di Venezia 2019. E ancora Simonmarco Longato, imprenditore per natura, titolare delle omonime officine meccaniche e protagonista di tutta una serie di altre avventure, dall’immobiliare alla moda, appunto, ricoprendo il ruolo di amministratore unico della Carlo Pignatelli fino al 2024.

Da lì, come si diceva, l’inizio della Pisconti Milano (Milano perché lì c’è la sede legale) «una realtà unica nel panorama piemontese – ci spiega la squadra – a Torino è certamente il più grande showroom di abiti da cerimonia e su misura da uomo. Il nostro punto di forza? Crediamo che il cuore pulsante della moda sposi risieda negli ateliers, nei luoghi in cui il rapporto umano e l’eccellenza del servizio fanno la differenza. Per noi, l’atelier non è solo un canale di vendita, ma una vera e propria filosofia. È il punto di incontro tra il brand e il cliente, il luogo in cui la qualità incontra l’esperienza e la passione diventa realtà.»

Il fascino di un abito su misura con materiali pregiati ma alla portata: «Sì, i prezzi per un capo da cerimonia si aggirano sui 1.500 euro non si arriva a superare i 2.000, cosa rara per gli abiti su misura da uomo. Ed è tanta la scelta anche per i completi eleganti». Tra i clienti, tanti vip, Enrico Ruggeri, Luigi Busà, medaglia d’oro di karate, Piero Barone del Volo, tanti calciatori, il management Ronchiverdi. Per quanto riguarda la produzione, infine: «I nostri abiti sono cuciti a mano in Italia, per ora nelle sartorie specializzate della Puglia dove risiedono i laboratori in grado di trattare i nostri materiali ma, non si esclude, di espanderci nel territorio torinese qualora fosse possibile dove, in ogni caso, intendiamo di investire anche in nuove assunzioni».

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