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Patrimonio
07 Ottobre 2025 - 07:06
Paola D'Agostino
«Quando arrivo qui tutte le mattine l’emozione è sempre la stessa, meraviglia, stupore di fronte alla bellezza di questo luogo - spiega Paola D’Agostino, 53 anni, studiosa dell’arte napoletana, specialista di scultura Rinascimentale e Barocca e dal 1° ottobre alla guida dei Musei Reali di Torino, dopo nove anni ai Musei del Bargello di Firenze - sono cresciuta tra la magnificenza della Reggia di Caserta e Capodimonte e qui, la grandiosità è la stessa. Percorrere gli spazi della Manica Nuova con le sue diverse collezioni, fermarsi nella Biblioteca Reale o passeggiare nei Giardini Reali dà il senso della centralità dei Musei Reali nella città».
Già da settembre in via ufficiosa al lavoro per il futuro del patrimonio di piazza Castello, la neo direttrice è entrata ufficialmente in carica piena di entusiasmo ma con i piedi ben saldi a terra di fronte al ruolo così importante che il ministro della Cultura Alessandro Giuli non ha avuto dubbi nell’affidarle nel luglio scorso, scegliendola tra una rosa di dieci di candidati illustri. Cuore nella storia, sguardo rivolto oltre i confini del vecchio continente, la D’Agostino, che vanta collaborazioni internazionali con realtà quali il Metropolitan Museum of Art di New York e la Yale University Art Gallery, succede a Mario Turetta il quale a sua volta aveva preso il posto, ad interim, di Enrica Pagella direttrice dal 2015 al 2023. Venti mesi in cui le cose sono molto cambiate, a partire dall’inserimento del tesoro di piazza Castello tra i musei statali di prima fascia.
«Sono consapevole del difficile ruolo che mi aspetta – racconta –. È un privilegio contribuire al progetto culturale e alla valorizzazione di questi luoghi e della dinastia dei Savoia ma sono molto felice di essere qui, cercherò di fare qualcosa di ancora più grande».
Quali sono le sue considerazioni a caldo sui Musei Reali di Torino?
«Dopo la firma a settembre ho iniziato per incontri informali e mi sono trovata di fronte a un livello molto alto. I colleghi hanno portato avanti in venti mesi i Musei con tenacia encomiabile, ci sono molti cantieri (termineranno nel 2026, ndr) in corso ma il tutto ha continuato a funzionare senza intoppi e inconvenienti per i visitatori. E sono felicemente sorpresa dall'ingresso per i giovani dai 18 ai 25 anni di soli 2 euro».
Dopo i convenevoli, la domanda di rigore: Leonardo e il suo Autoritratto, cos’ha pensato per lui? Potrà essere esposto con continuità? O solo durante Pasqua come da tradizione negli ultimi anni?
«Il mio motto sarà “non solo Leonardo”. Si è puntato molto sull’Autoritratto e sulla Venere di Botticelli, ma, non per togliere loro valore, ci sono altrettanti grandi nomi che meritano di essere riscoperti, da Van Dyck ai pittori fiamminghi e olandesi, voglio portare grandi numeri con loro anche senza il blockbuster. E poi, ci sono le bellezze architettoniche, i Musei Reali sono essi stessi opere d’arte».
Può anticiparci qualcosa?
«Arrivando in albergo una turista francese questa mattina (ieri, ndr) chiedeva dove fosse la Cappella della Sindone. Quanti sanno che fa parte dei Musei Reali? Forse lo sanno in pochi, ecco questo è uno dei percorsi da valorizzare, ma è solo per fare un esempio. E poi, c’è il patrimonio grafico della Biblioteca, le miniature sono un patrimonio artistico immenso, ma soprattutto voglio fare qualcosa di nuovo».
E le grandi mostre?
«Sì, ovviamente ci saranno anche in collaborazioni con grandi istituzioni».
Comprenderanno anche la scultura?
«Certo, ma voglio valorizzare soprattutto il patrimonio scultoreo ligneo della Galleria Sabauda e rivalorizzare i grandi nomi».
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