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LE CONFESSIONI

Mario Balotelli a tutto campo
«Figli e famiglia, dico tutto»

Mario Balotelli a tutto campo«Figli e famiglia, dico tutto»

Balottelli insieme alla fidanzata Francesca

Sarà che gli anni passano e buona parte della sua carriera ormai è andata. O forse semplicemente che ha raggiunto una maturità interiore e certi argomenti lo stimolano di più. Fatto sta che Mario Balotelli, ospite di Fedez nel podcast “Muschio Selvaggio” oltre a parlare di calcio ha anche a lungo affrontato l’argomento famiglia. Quella in cui è nato, quella che l’ha cresciuto e quella che almeno fino ad oggi non è riuscito a mettere in piedi.


A 32 anni ha già due figli che sono anche i suoi affetti maggiori. Pia, 8 anni, nata dalla relazione tormentata ma oggi serena con Raffaella Fico (riconosciuta ufficialmente solo nel febbraio 2014 dopo un lungo iter in tribunale). E Lion, nato nel 2017 dalla storia con Clelia Carleen, bancaria e modella svizzera. Padre orgoglioso sì, ma con rimorsi: «Non ho mai creato una vera famiglia. Stare con una donna, amarla, sono cose che non ho mai veramente avuto in vita mia. La cosa difficile è non avere sempre i figli con me e questo mi provoca tristezza, ma mi sono abituato».


Un modo per parlare anche della sua infanzia. Mario è nato a Palermo dove vivevano temporaneamente i suoi genitori, immigrati ghanesi. Poi ancora piccolo si è spostato a Bagnolo Mella, nel Bresciano. Fin da piccolo ha avuto gravi problemi all’intestino che lo hanno costretto ad una serie di interventi chirurgici e ha passato 2 anni in ospedale. Questo, unito alle difficoltà economiche dei suoi genitori naturali, Thomas e Rose, portò all’intervento dei servizi sociali.

E così, quando aveva 4 anni Mario fu affidato alla famiglia Balotelli, dove è cresciuto in modo sereno insieme agli altri tre figli della coppia. Un’esperienza che lo ha cambiato: «Quando sono andato in affidamento ne ho sofferto. All’inizio non lo capivo, ero troppo piccolo. Ma poi sono cresciuto e ho trovato il coraggio di parlarne e affrontarlo. Ho capito che la mia famiglia lo ha fatto per me, perché non potevano darmi ciò di cui avevo bisogno. Pensavo che mi avessero abbandonato ma invece mi hanno aiutato». Così ha cominciato una nuova vita: «Durante la settimana stavo con la famiglia affidataria e magari nel fine settimana con la famiglia naturale».
f.dan.

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