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27 luglio 1830
22 Luglio 2023 - 22:45
Francia, la rivoluzione di luglio che rovesciò il potere di Carlo X
27 luglio 1830: a Parigi inizia la ribellione contro il re Carlo X, quella che è passata alla storia come rivoluzione di luglio o seconda rivoluzione francese. Una risposta alle “ordinanze di Saint-Cloud”, con le quali l’austero Carlo X stava cercando di riportare indietro le lancette dell’orologio. Tenere la Francia in pugno.
Un passo indietro che non poteva essere compiuto nel laico e liberale Ottocento, nel quale si sentiva ancora l’eco della ghigliottina e dei fucili di Napoleone Carlo X era fratello del decapitato Luigi XVI, ma contrariamente al vecchio re di Francia era di idee decisamente più conservatrici. Un reazionario come pochi.
Eppure, la linea del re non era quella della Francia (almeno, di quella che poteva votare), perché nel 1827 le elezioni furono vinte dai liberali, propensi alle riforme. Il governo fu affidato al moderato visconte di Martignac, ma il re nell’estate 1829 lo sostituì con il principe di Polignac, presentato dai giornali come turbo-reazionario anche se, in realtà, era favorevole alla monarchia costituzionale. Nulla, dunque, faceva presagire un effettivo cambio di rotta, verso la monarcia di Ancien Régime. Semmai, il re voleva un governo presieduto dai ministri a lui più favorevoli.
I tempi, però, erano maturi per una rivoluzione sulla scia di quella che già aveva insanguinato la Francia mezzo secolo prima. Ancora una volta, furono i circoli intellettuali a farla da padroni, perché era lì che si coltivavano le idee sovversive. E Carlo X non piaceva. Non era mai piaciuto, in questi circoli. I deputati chiesero al re di sostituire il principe di Polignac con una figura più moderata; il re rispose che lui era il re e che non voleva sentire nessuno.
Che gli preparassero un cavallo - disse, intendendo il cavallo che lo avrebbe condotto in esilio - ma lui non avrebbe mai fatto marcia indietro. Si diffuse voce che Polignac avrebbe chiesto l’aiuto militare dell’Inghilterra, qualora le cose fossero degenerate. E le cose degenerarono, perché il re - vistosi messo alle strette - si appellò alla Costituzione, che prevedeva la revoca di molti diritti e libertà in casi eccezionali. Il re con le ordinanze di Saint-Cloud vietò la libertà di stampa e sciolse la Camera dei Deputati. In tutta risposta, la Francia insorse contro l’ultimo dei Borbone. Vecchi veterani delle rivoluzioni passate, come Talleyrand, annotarono che si segnava la fine della dinastia. Ed in effetti le cose volsero rapidamente contro Carlo X, con barricate e sparatorie per Parigi che scaldavano i cuori di coloro che erano stati sanculotti in gioventù.
Carlo X il cavallo lo prese davvero, e fuggì in esilio. Morì a Gorizia nel 1836, sotto la protezione dell’Austria. In Francia, onde evitare il disastro, fu scelto come re Luigi Filippo, cugino del re, di notorie idee liberali. Iniziava la monarchia di luglio. Oggi ancora la tomba di Carlo X si trova in Slovenia, nel monastero di Castagnevizza.
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