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TORINO, CITTA' DEL CINEMA

Da Locarno al Lido di Venezia, l'invasione dei talenti del "TorinoFilmLab"

Il laboratorio del Museo del Cinema continua a sfornare registi interessanti

Da Locarno al Lido di Venezia, l'invasione dei talenti del "TorinoFilmLab"

Una scena del film "Hearthless"

Torino è conosciuta e si presenta spesso come il “laboratorio d’Italia”, lo ha evidenziato anche il presidente Sergio Mattarella in visita in città nei giorni scorsi e certo il cinema non fa eccezione. Non è un caso, infatti, che proprio sotto la Mole (dentro, in questo caso) sia nato una quindicina d’anni fa il TorinoFilmLab, laboratorio internazionale ideato per sostenere giovani talenti emergenti di tutto il mondo attraverso attività di corsi specifici, insegnamenti e perfezionamento mirato a sviluppare le idee, produrle e mostrarle nelle sale.
Da tempo ad ogni importante festival titoli provenienti dal Lab del Museo del cinema vengono scelti e spesso premiati. In questi giorni a Locarno in Svizzera sono tre i film targati Tfl selezionati: il portoghese “Baan” di Leonor Teles, la cui sceneggiatura è stata sviluppata nel 2020 grazie all’ente torinese, “Sweet dreams” della bosniaca Ena Sendijarevic, partecipante nel 2019 così come la spagnola Laura Ferres, in concorso con “La imatge permanent”.
Anche alla prossima Mostra di Venezia non mancheranno film nati grazie al Lab: in concorso a Orizzonti ci sono tre titoli, “Una sterminata domenica” di Alain Parroni, “Heartless” di Nara Normande e Tião e “City of wind” di Lkhagvadulam Purev-Ochir, oltre a “Sky peals” di Moin Hussain alla Settimana della critica.

Una scena del film "City of wind" 

Ma non c’è solo il Tfl, il terreno è fertile anche altrove e i giovani talenti crescono numerosi. Il Premio Solinas, il più noto concorso di idee per il cinema italiano per autori e autrici che da qui spesso hanno mosso i primi passi delle loro carriere, vede protagonisti quest’anno due “piemontesi”: Sara Bianchi è una regista e autrice di Monopoli da anni residente in città, apprezzata per i suoi due primi cortometraggi “Selene” e “Cactus”, ora in finale nella sezione documentari con il progetto “Crisalide” dedicato al tema degli impollinatori urbani.
Il cuneese Mattia Napoli, premiatissimo con il suo ultimo corto “The Delay”, insieme a Francesco Toto ha scritto “Sbarre”, scelto tra i titoli finalisti del concorso principale: il loro film si svolge a Fisana, una piccola cittadina della campagna industriale piemontese, e vede un operaio protagonista di un incidente stradale che attende il processo e prova a sistemare la sua vita prima della probabile condanna.

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