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IL RUMORE DEL SILENZIO

Un nuovo thriller per Brian Freeman, lo scrittore che faceva impazzire Faletti

Una vicesceriffo e un bambino scomparso, tra i boschi dove si nasconde un mostro leggendario e i segreti sotto la neve

Un nuovo thriller per Brian Freeman, lo scrittore che faceva impazzire Faletti

Se c’è uno scrittore che ha una abilità incredibile nel trasportare una trama thriller in quei paesini della provincia americana in cui nulla sembra poter accadere, beh quello è Brian Freeman. Seguitissimo nel mondo, sempre nella lista dei best seller del New York Times, in Italia, per esempio, era uno degli autori più amati da Giorgio Faletti. Il ciclo di Duluth del tenente Stride è un esempio di questa sua abilità, ma adesso Freeman - che è il prosecutore della saga di Jason Bourne, tra le altre cose, cambia e ci presenta in “Il rumore del silenzio” (Piemme, 19,90 euro, traduzione di Alfredo Colitto) un nuovo personaggio che non si potrà fare a meno di amare: Shelby Lake.

Shelby porta il nome di un lago poco distante dalla cittadina di Avery Weir, che tutti chiamano Everywhere, nonostante sia nel bel mezzo del nulla. Shelby è stata abbandonata in fasce sulla porta di quella che sembrava una chiesa, invece era la casa del giovane sceriffo Tom Ginn. Il quale, in quegli attimi, era a pesca proprio sullo Sehlby Lake, quando un grande gufo bianco si è appollaiato vicino a lui e gli ha fatto capire che doveva tornare a casa. Per questo ora Shelby, figlia adottiva di Tom e divenuta vicesceriffo, crede ai presagi e ai messaggi. Per questo quando un gufo bianco compare, in una mattinata come tante nella pigra estate della cittadina, lei comprende una cosa sola: «Un bambino ha bisogno di aiuto».

Quel bambino è Jeremiah, dieci anni. E’ sparito nel bel mezzo dei boschi, lasciandosi dietro solo la sua bicicletta. Nonostante le ricerche, l’arrivo dell’Fbi, l’impegno di tutti, di lui non c’è traccia. Una sua amichetta è convinta che se lo sia preso l’ursulina, una sorta di bestia feroce leggendaria dei boschi, una favola nera come il babau. Ma nei boschi le bestie ci sono realmente. E spesso hanno due zampe.

A distanza di dieci anni da quegli avvenimenti, Shelby è ancora al suo posto, a tentare di dipanare i fili della matassa. Nel paese molte cose sono cambiate: qualcuno è morto, qualcuno è partito, la neve dell’inverno ha coperto con un gelido silenzio tante verità e molte bugie.

Brian Freeman è maestro nell’intrecciare tre fili di storie diverse, tre diversi casi, per tenere alta la tensione: fra coppie in crisi, fratelli con senso di colpa, teppisti di paese con tanto di laboratorio di anfetamine, rapporti congelati al momento di una gloria sportiva ai tempi del liceo... La strada principale, il motel “riposa in pace”, i boschi, il fienile-studio del professore reduce di guerra, il cimitero, il diner con la cameriera Breezy, Monica la factotum dello sceriffo che porta sempre con sé l’urna con le ceneri del suo cane... Ritratti di una galleria di profonda umanità, dove ognuno sarà attore della tragedia che ha investito la città. Dove all’ursulina, in qualche modo, si finisce per credere, perché tutto sommato fa parte della comunità come la crisi economica, il ghiaccio sul lago e gli aghi di pino. E l’oscurità dell’anima.

Brian Freeman sa tenere alta la tensione e non delude, neppure questa volta, le aspettative.

IL RUMORE DEL SILENZIO

Brian Freeman

Piemme

19,90 euro

traduzione di Alfredo Colitto

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