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IL PERSONAGGIO

Ecco Nostradamus, il grande veggente transitò da Torino?

Ecco Nostradamus, il grande veggente transitò da Torino?

Nostradamus

«Nostradamus alloggia qui, dov’è il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria. Chi mi disprezza, la completa rovina». Il Paradiso, l’Inferno ed il Purgatorio a Torino? A due passi dalla Pellerina? Questa è la storia del soggiorno torinese di Nostradamus, il più noto veggente della storia. O, forse, il più celebre ciarlatano. Ancora oggi, l’opinione pubblica si divide sulla figura di Michel de Nostredame, in arte Nostradamus, nato nel 1503 a Saint-Rémy de Provence, da una famiglia di origini ebraiche.


Michel de Nostredame nacque nel 1503 a Saint-Rémy de Provence, da una famiglia di origini ebraiche. Fino al 1529 viaggiò nel sud della Francia per studiare medicina ed erboristeria. Un uomo come tanti, alla sua epoca. Nulla avrebbe fatto presagire che quel ragazzo sarebbe diventato uno dei più celebrati saggi del suo tempo. L’episodio che cambiò la sua vita avevnne a Narbonne nel 1525, quando si trovò nel pieno di un’epidemia di peste. L’evento lo colpì particolarmente, tanto da cercare, in futuro, un antidoto alla morte nera con una serie di pillole che in realtà non funzionarono mai. Non erano le uniche sue trovate singolari: questo bizzarro medico cervellotico, affascinato dal mistero e dalla cabala, vendeva anche paste per sbiancare i denti e tinture per i capelli, ricette di pasticceria e pastiglie per rinfrescare l’alito.

Finalmente, dopo aver cercato di iscriversi tre volte all’università di Montpellier, riuscì a laurearsi e poté spendersi a tutti gli effetti come medico. Una vita ordinariamente modesta, la sua, perché se può oggi sembrare a dir poco singolare che un medico giochi con alambicchi ed intrugli per produrre paste dentifrice, per l’epoca era la normalità: medicina ed erboristeria erano due materie che nell’Europa del Cinquecento spesso si sovrapponevano; il tutto, condito con un pizzico di affascinante alchimia. Ora, all’epoca l’alchimia era una vera e propria professione, un lavoro a tutti gli effetti. Ma la vera svolta avvenne nel 1549, quando il nostro iniziò a pubblicare almanacchi e pronostici: scoprì di poter guadagnare molto di più da quelle poche righe che con la sua attività di speziale. Venne notato dai potenti: iniziò a girare per le corti con fama di astrologo e indovino, tanto che la stessa regina di Francia Caterina dÈMedici lo volle consultare. Va detto che, all’epoca, Nostradamus era solo uno dei tanti astrologhi che sciamavano per le corti, e forse non era nemmeno il più famoso: sarà il figlio Cesare che, usando specialmente le celebri Centurie del padre, contribuì a crearne il “mito”.


Nostradamus visitò le corti a lui più vicine, sempre accolto con assoluta benevolenza. Lo si credeva ormai un mago, un veggente, un guaritore. Per alcuni era addirittura un santo. Altri, invece, vedevano con sospetto questo barbuto signore che viveva a scrocco delle corti; ma guai a dirlo ad alta voce, perché i superstizioni erano numerosi - allora come oggi - e la presenza dell’indovino in una città era considerata un elemento portatore di benefici. Nostradamus visitò dunque anche la corte sabauda? Aveva un contatto molto importante, il cugino del duca: Claudio di Savoia conte di Tenda, al quale dedicherà il suo almanacco del 1560.

Emanuele Filiberto ricorse al medico occultista per una “consulenza” sulla gravidanza della moglie. Ma lo incontrò a Nizza (o, secondo altri, a Solon-de-Provence), non a Torino. E dunque, sul soggiorno torinese del veggente provenzale le notizie in nostro possesso sono quasi esclusivamente riconducibili alla sola lapide trovata alla cascina Morozzo; lapide della cui autenticità si discute ancora. Quindi? Del suo soggiorno torinese l’unica testimonianza è la misteriosa lapide, poi sparita. Per il resto, rimane la leggenda imperitura di un uomo che fece fortuna vendendo poesie, unguenti e mentine per la gola.

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