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04 Febbraio 2024 - 10:00
Cosa può unire il leggendario pugile Muhammad Alì e una famiglia di immigrati croati in Sudafrica? Come può il racconto delle gesta sportive di un atleta divenire lo specchio della storia di una famiglia e del suo tempo? Le risposte a queste domande risiedono nel romanzo “La Distanza” (Utopia, 18 euro, traduzione di Carmen Concilio) di Ivan Vladislavic, che si snoda tra i ricordi della carriera di Alì e le vicende della famiglia Blahavic, immersa nel contesto socio-politico dell’apartheid in Sudafrica negli anni Settanta.
Muhammad Alì, icona sportiva e politica, rappresenta un’ossessione per il giovane Joe Blahavic, che inizia a ritagliare e archiviare articoli di giornale sul pugile. Da lontano, senza aver mai visto Ali combattere, ma sono state le parole delle cronache a far diventare Joe - che da adulto sarà uno scrittore - ben più di un semplice fan: diventa un archivista delle gesta di Alì, e attraverso questo processo, traccia la storia della propria famiglia e di un’epoca. Ma cosa spinge Joe - Joe come Frazier, non è un caso - a questa ossessione?
Con Joe, l’altro protagonista è suo fratello Branko. Branko, il più grande, sembra più realista e meno sognatore, appassionato di cinema e musica. Joe, invece, è un puro sognatore che si ritrova immerso nel mondo del pugilato attraverso le gesta di Muhammad Alì. L’alternanza tra le voci dei due fratelli, Joe e Branko, consente a Vladislavic di creare un flusso narrativo coinvolgente, pieno di dialoghi e riflessioni che non appesantiscono la lettura.
“La Distanza” non è solo la storia di una famiglia o la biografia di un pugile, o del suo doppio essendo Cassius Clay-Alì - e Joe nota nella dicotomia delle cronache come Frazier sembri poter colpire, stendere Clay ma arriva Alì a difenderlo -, come due sono i fratelli. È anche una riflessione sulla società sudafricana durante l’apartheid. Gli articoli di giornale su Alì finiscono negli album di Joe, dove ai margini delle imprese sportive c’è la cronaca, c’è la politica, le rivolte soffocate nel sangue. “La Distanza” è un romanzo di memoria e identità. La passione di Joe per Alì diventa uno strumento per esplorare le vicende di una famiglia e del suo tempo. Il racconto sportivo si trasforma in un racconto familiare, in cui i ricordi si intrecciano con la storia, e in cui la storia di un pugile diventa metafora della storia di un paese. In conclusione, “La Distanza” è un romanzo che sorprende e coinvolge, in cui il pugilato diventa un filo rosso che unisce storie personali e collettive, un romanzo in cui la distanza geografica e temporale si annulla per dare vita a un racconto di grande intensità.
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